Una realizzazione 2017 della RAI per il Ministero per i beni e le attività culturali.
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Un sito seriale Unesco (ma senza Bergamo)
Bergamo non è l’unica città italiana facente parte di un sito seriale riconosciuto di valore mondiale dall’Unesco.
Purtroppo i Longobardi, che qui governarono per 200 anni, non sembrano aver lasciato segni materiali sufficienti a classificarla tra le città in cui quel popolo visse e prosperò.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, il territorio bergamasco subì le incursioni di varie popolazioni barbare ma quella dei Longobardi fu una vera e propria invasione poiché non si trattò solo di una conquista militare ma di una migrazione di massa, iniziata nel 568 d.C. con la penetrazione nel Friuli, che portò in Italia, migliaia di uomini, donne e bambini di varie etnie che si stanziarono stabilmente in gran parte d’Italia.
Nel corso del tempo ebbe luogo una profonda compenetrazione con le popolazioni locali, che portò anche a modifiche della lingua, l’identità di un popolo, che assorbì vocaboli e forme longobarde, e dei costumi fino a divenire, nei due secoli di dominazione, un’unica popolazione.
Certamente i ceti alti e le grandi famiglie bergamasche della successiva epoca comunale furono in gran parte discendenti degli arimanni, la classe sociale più elevata del popolo longobardo, mentre soprattutto nelle classi meno abbienti rimase la discendenza delle più lontane origini locali e del più recente municipio romano. Le leggi longobarde si sommarono per molto tempo a quelle romane e solo parzialmente le sostituirono; anche la religione (in origine i Longobardi professavano l’arianesimo, confessione cristiana ma ritenuta eretica dal Papato) contribuì all’integrazione dopo la conversione della maggior parte dei Longobardi al cattolicesimo.
I simboli rappresentativi del potere Longobardo nella penisola italiana sono:
Iscrizione alla Lista Patrimonio Mondiale Unesco:
Parigi, 19-29 giugno 2011 riconoscimento de I Longobardi in Italia – I Centri del Potere.
Ma, come per il nostro sito è stata esclusa Venezia, pure per questo sito fu polemica perchè “Ticinum” – oggi Pavia -, che fu la capitale della ” Langobardia Maior” e Modoetia – oggi Monza -, con la sua “Corona Ferrea” non furono ritenute all’altezza di mostrare significative tracce di quell’importate periodo storico.
Regolamento Comunale del sito Unesco – BERGAMO, SVEGLIA!
Al lungo elenco di articoli precedentemente pubblicati, che parlavano di altre città dalle quali Bergamo avrebbe dovuto prendere esempio per la loro capacità di gestire il proprio Bene riconosciuto dall’Unesco (2017/08/20 – 2017/01/05 – 2015/01/17 – 2016/09/09 – 2011/11/17, ecc.) , bisogna aggiungere ora anche la città di Modena. Anche quest’ultima ha adottato un Regolamento Comunale atto a preservare e valorizzare la propria appartenenza al riconoscimento internazionale, recependo le “Linee guida per i Piani di Gestione” del MiBACT attraverso una serie di misure in base alle quali i Siti possono ottenere finanziamenti ministeriali.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO. Il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha deciso di rafforzare la sua azione di salvaguardia e protezione del patrimonio culturale e naturale stabilendo l’adozione di politiche attive di tutela dei beni e provvedendo all’individuazione di nuovi strumenti gestionali capaci di conciliare le esigenze di conservazione dei Siti con le dinamiche socio-culturali che trasformano continuamente le città ed il paesaggio. A tale scopo L’UNESCO ha stabilito che l’inclusione nella Lista del Patrimonio Mondiale debba essere necessariamente subordinata alla predisposizione di Piani di Gestione. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha provveduto a istituito la “Commissione consultiva per i Piani di Gestione dei siti UNESCO” che ha elaborato le “Linee guida per i Piani di Gestione“. Continua a leggere
Terra di San Marco chiude i battenti

Lavori sulle Mura VENEZIANE
L’Università chiede “una proroga per i lavori“, si, ma quali “lavori” sulle Mura? Abbiamo ad oggi assistito, a volte attoniti, al “restauro” di parapetti e viadotti che, seppur storici, non sono parte delle originali Mura Veneziane! Sono di proprietà del Comune e ancora una volta sulla stampa cittadina si deve assistere a questa confusione. Fino ad oggi gli unici lavori sulle Mura sono stati di sola “manutenzione” grazie ai Volontari di OrobicAmbiente, importantissimi e peraltro notevolmente sottostimati da questa Amministrazione. L’unico lavoro, ma di “preparazione” al restauro, è finora consistito nell’abbattimento di alcune piante sul ciglio del Baluardo Sforza Pallavicino dovuto non, come dovrebbe, all’attenzione del Comune o del Demanio, ma alle proteste del proprietario confinante. Altro che proroga… la famosa “mappatura” con tanto di “Rilievo materico e degrado” dell’intero perimetro (che in verità avrebbe dovuto essere parte del dossier Unesco) attenderà le calende greche!
Tanto tuonò che piovve…
Parte dal lontano 2008 la manifestazione di contrarietà di molti cittadini al progetto di un parcheggio nell’ex-area del parco faunistico della Rocca. Dopo la lunga sospensione dei lavori (di questi ne aveva parlato anche Vittorio Sgarbi durante una visita a Bergamo) con la possibilità di una revisione del progetto, lo scorso anno dopo una nuova firma di convenzione, sono ripresi gli scavi con un nuovo obiettivo: 9 piani, 460 posti auto di cui solo poca parte riservata ai residenti. Il Comitato costituitosi ha dato corpo e peso alle proteste fino a produrre una “Segnalazione all’Unesco” (la quale ha sempre sottolineato l’esigenza della “partecipazione dei cittadini“) il quale, pur non potendo intervenire direttamente nelle decisioni di un’amministrazione, non vedrà certamente di buon occhio, per il futuro della permanenza, tale situazione.
Puoi scaricare qui i documenti relativi a parte della polemica sollevata dal Comitato NoParking sulla trasparenza e sulla
segnalazione all’Unesco
una serie interessante di incontri
Anche le nostre Mura Veneziane, inserite nell’elenco Unesco, nell’attenzione dell’Istituto Italiano dei Castelli e i relativi appuntamenti inseriti quindi d’ufficio nella pagina dei nostri “appuntamenti” per scoprire nuove idee di valorizzazione, che sembrano al momento essere un poco carenti in chi di dovere.
Non si hanno infatti notizie del “Local Management Plan”, indispensabile per restare nell’Unesco, mentre, solo grazie al lavoro dei Volontari, Bergamaschi e turisti stanno piano piano riscoprendo i quattro Baluardi del Forte San Marco.
Libro bianco… o pagine bianche?
L’articolo, del forse unico, cronista rimasto fino alla fine dell’happening Unesco riporta correttamente che l’Organismo Internazionale richiede urgentemente “uno studio sulla capacità di carico turistico e una programmazione di iniziative mirate a far convivere visitatori e residenti nel modo migliore“, ma questo sarà solo “uno dei passaggi fondamentali verso l’attuazione del piano di gestione del sito“. Ma poi, mentre 5 dei 6 sindaci illustravano ampiamente e con euforia i propri piani già pronti (Peschiera del Garda ha messo a bilancio 10 milioni di euro per restaurare le sue mura, Palmanova può già fare affidamento su una decina di milioni per la valorizzazione della città, Croazia e Montenegro, con piani pronti e illustrati da slide, puntano a interventi di riqualificazione… ecc), il rappresentante di Bergamo, in questo caso l’Assessore alla Cultura e Turismo, illustrava delle belle pagine bianche parlando delle funzioni dell’Unesco, di completamento del recupero delle cannoniere, degli spazi sopra Porta Sant’Alessandro e del restauro del Castello di San Vigilio (!).
E ancora, ben lontani dalla meta, non è dato di sapere chi sarà l’incaricato che stilerà il “Local Management Plan” che ci permetterà di restare nel gruppo Unesco.
Sarà l’Assessore ai LL.PP., che gestisce il P.O.P. (dove sono previsti – dopo proteste – 300.000 € contro i 10 milioni di Peschiera), o l’Assessore al Verde, che gestisce i volontari, o l’Assessore alla Cultura e Turismo, essendo un interesse culturale e turistico, o l’Assessore al Patrimonio, che vorrebbe venderle, o l’Assessore all’Urbanistica, o il Delegato per Città Alta e Unesco, o Commissioni Urbanistiche o del Paesaggio, o il Sindaco che gestisce i rapporti con Demanio e Soprintendenza, o il Segretariato per l’Unesco, che dovrà farlo convergere con i “plan” delle altre città, o Terre di S.Marco, che dispone di altri fondi, o tutti insieme che chissà mai quando si troveranno… ecc. o, come ripreso nell’articolo, con l’implicita ammissione che a Bergamo non esistono le competenze, al S.I.T.I. di Torino? Sarà una sorpresa, ma intanto le pagine del “plan” restano bianche!
..ed ecco l'”happening” Unesco a porte chiuse!
Il titolo avrebbe potuto essere “Unesco, comoda passerella o reale impegno?“. Il lecito dubbio è venuto ai molti che sono rimasti fuori dall’invito all’avvenimento, e da chi aveva notato che il ministro Franceschini veniva solo a portare la pergamena dell’Unesco ma nessun contributo in euro e che il nostro sindaco, partito il ministro e i giornalisti, aveva ben presto lasciato l’aula e non aveva partecipato con gli
altri cinque sindaci alla presentazione finale di progetti seri già studiati e avviati. In una sala gremita, per i tre quarti da cittadini di Palmanova, obbligati quindi a rimanere fino all’ultimo, si è potuto assistere agli iniziali voli pindarici con forbito eloquio (quelli sì ben riportati dalla stampa locale); poi, sfoltita l’aula, anche all’entusiasmo degli altri sindaci (quello di Zara in modo particolare) per aver raggiunto l’ambito traguardo e poi all’ennesima ripetizione del percorso effettuato e poi a una rimpatriata di addetti ai lavori che si scambiavano pacche sulle spalle e reciproci complimenti.
Ma il programma riportava una novità non da poco: la firma di un “protocollo d’intesa” che avrebbe fatto sapere, notizia sfuggita ai più, come sarebbe stato composto il “Gruppo di Coordinamento Internazionale“… e così arriva un’altra ferale notizia: il “Gruppo” sarà composto dai tre Ministri della Cultura e dai sei sindaci delle città; ma questa decisione comporterà che la sua attività, a differenza di scelte effettuate da altre realtà Unesco che si sono affidate a Enti o Commissioni di esperti, resterà legata a delle cariche politiche che sono ovviamente soggette ai cambiamenti legati alle elezioni. Interessante inizio… solide e chiare basi locali e immutabili riferimenti internazionali! Non ci resta che confidare nei Volontari.. (piccola nota, Orobicambiente non era tra gli invitati…).
Quel vecchiume di “Opere di Difesa Veneziane”…
Con questo spirito, un appassionato della storia della nostra città, ci ha scritto: “ERA ORA…”



San Vigilio svendesi….

Eppure la lungimirante Amministrazione del 1957 (Sindaco Simoncini che impresse un notevole impulso alla crescita civile, culturale, economica, sociale e urbanistica della città) con notevole sacrificio aveva acquisito l’intera proprietà del Castello di San Vigilio affinché l’intera cittadinanza potesse goderne. Recentemente un pezzo era già stato venduto (e diverrà presto un moderno B&B) e ora un secondo pezzo (proprio quello dove sorgeva l’antica CAPPELLA che diede a lungo il nome alla località) sta per essere venduto…. e non solo, visto che le basi d’asta sono andate deserte, ma verrà SVENDUTO. Eppure parliamo di una zona che recentemente è stata riconosciuta di valore mondiale dall’UNESCO!!
Strano non si sia ancora pensato a vendere i baluardi acquistati nel 1825 dal Podestà Rocco Cedrelli. Certo, già nel 1812, fu svenduto il Forte di San Marco ma allora bisogna finanziare le guerre di Napoleone. Oggi, con un omonimo non altrettanto attento, la nostra città, che è senz’altro più ricca che nel 1825 e nel 1957, svende i propri gioielli (non dimenticheremo certo la perdita della visuale dopo il vergognoso “Muro” di via Autostrada, la “lunetta” di San Giacomo, ecc.) e rovina i restanti (Parco Faunistico, i Vasi, ecc.); i futuri Bergamaschi ringraziano!!