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Un grande centro commerciale in Centro!!
La situazione economica della città necessita di un nuovo luogo di scambi commerciali.
Dal 774 i Franchi di Carlo Magno hanno preso il potere sostituendo con i Conti i precedenti Duchi dei Longobardi e le corti vanno trasformandosi in castelli entro vasti latifondi; la necessità di procurarsi quanto non si può produrre e di cedere la produzione superiore al proprio consumo, rende naturale il costituirsi di mercati di scambio e di fiere periodiche. Già da alcuni secoli la festività dedicata a Sant’Alessandro, il 26 agosto, raduna in città e dintorni un grande numero di abitanti del territorio e molti portano con sé denari e merci per pagare affitti o donazioni alla Chiesa. La costituzione di una fiera-mercato in quei giorni e nel luogo dedicati al Santo, il campo detto di Sant’Alessandro, risulta ovvia.
I complessi avvenimenti storici che coinvolgeranno Bergamo nei secoli successivi (guerre, carestie, invasioni, epidemie, ecc.) non fermeranno lo sviluppo dei commerci e degli scambi in quella località.
Nel 894, il re d’Italia Berengario fa dono delle rendite di quel prato ad Adalberto Vescovo di Bergamo per ripagarlo dei danni subiti dalla chiesa del Santo durante l’assedio per la riconquista della città dopo la presa di potere del conte Ambrogio.
Nel 908 il Vescovo cede quel diritto ai Canonici di S.Vincenzo.
Nel 1136 tale previlegio viene riconfermato dall’imperatore Lotario II (che dopo una dieta a Bamberga presieduta da Bernardo di Chiaravalle aveva deciso una seconda campagna in Italia) per la fedeltà dimostratagli dalla città.
Nel 1189 gli scambi nel campo sono di tale entità che il Comune dove delegarvi un giudice per le questioni che avrebbero potuto sorgervi. Continua a leggere
Ritratto delle più nobili e famose città d’Italia
…e tra queste poteva mancare Bergamo?!? A trovare tra loro il giusto posto ci pensò, già nel 1575…
Francesco Tatti detto Sansovino (Roma, 1521 – Venezia, 1586) letterato e imprenditore librario.
Nato a Roma, primogenito del grande architetto Jacopo Tatti detto Sansovino, fu battezzato nella chiesa di S. Eustachio e suo padrino fu Giovanni Maria Del Monte, poi divenuto papa Giulio III. Ancora bambino seguì il padre, che si rifugiò dapprima a Firenze e poi a Venezia, mentre Roma veniva saccheggiata dai Lanzichenecchi (1527). Ricevette una classica istruzione aristocratica di stampo umanistico con insegnanti di grammatica e retorica e seguendo le lezioni del grecista Antonio Francini collaboratore editoriale e curatore di testi greci e latini.
Per volontà del padre studiò legge prima a Padova (dove però seguì anche le lezioni di Lazzaro Bonamico, noto classicista commentatore di Cicerone, Tito Livio, ecc). L’adesione agli Infiammati nel 1540 segnò profondamente la sua formazione intellettuale e professionale per le idee innovative che si sviluppavano in quel consesso, in particolare riguardo all’uso del volgare per promuovere una divulgazione del sapere che fosse anche fondamento di una nuova etica. Si spostò poi all’Università di Bologna e nel 1542 si affiliò anche dell’Accademia Fiorentina ampliando la rete di conoscenze fiorentine e toscane. Nel 1550 andò Roma, facendo parte della corte del suo padrino eletto al soglio pontificio come Giulio III, ma ben presto rientrò a Venezia dove si sposò e si stabilì lasciando definitivamente l’avvocatura per dedicarsi alle lettere; aderì all’Accademia Veneziana o della Fama e condusse una vita ritirata e tranquilla da autore poligrafo, prestando dapprima la sua opera alle famose tipografie veneziane. Nel 1560 Sansovino iniziò la sua attività di stampatore ed editore.
La produzione di Sansovino è molto vasta, sia per temi trattati come stampatore sia per numero di opere firmate. La banca dati Edit16, conta 213 titoli riferiti a suo nome e sono state registrate ben 97 opere, fra edite e inedite, scritte in un trentennio nelle vesti di autore, traduttore e compilatore. Gli argomenti sono i più disparati: dalla storia alla medicina (L’edificio del corpo humano -1550), dalle tecniche amorose all’agricoltura, dalla grammatica alla politica al diritto e all’attualità (da ricordare è in tal senso il suo contributo alla fiorente letteratura turchesca, soprattutto tra i primi anni Sessanta e la battaglia di Lepanto del 1571). Continua a leggere
incontri in libreria
…per conoscere la Storia di Bergamo e dei Bergamaschi..
della serie “Tesori nascosti”
La nostra città non smetterà mai di stupire i propri cittadini svelando nel tempo i tantissimi tesori che la Storia vi ha riposto. E’ la volta di Palazzo Polli Stoppani che Pietro Isabello, architetto, costruì nel ‘500 all’inizio della via San Giacomo; solo grazie a due “grandi” bergamaschi come Francesco Gavazzeni, erede degli antichi proprietari, e Sandro Angelini che ne curò il recupero dallo stato di abbandono, è possibile oggi, in occasione di particolari eventi, ammirarne lo splendore!!
Umberto Zanetti e l’amore per Bergamo
Un amico ci ha lasciato… non solo “nostro” amico ma di tutti coloro che sinceramente sentono dentro di sè un amore per la nostra città e le sue tradizioni. Poeta, prosatore, saggista, autore di almeno sessanta opere monografiche, tra saggi storici, di cultura popolare, libri d’arte, Umberto ha dedicato tutte le sue più preziose risorse allo studio della sua amatissima Bergamo, della sua storia, dei suoi grandi e piccoli personaggi, degli aspetti più umili della cultura popolare, i volti, i mestieri, le vecchie botteghe. Nella ricerca delle leggende delle nostre valli, come nella grande Storia, si è espresso l’amore tutto speciale per la lingua bergamasca, per il dialetto parlato dagli amici conosciuti nei primi giochi per le strade della città. Nelle sue poesie in dialetto Umberto ha saputo dare i frutti più preziosi, in quella «cà de sass», la casa di sassi che erano i suoni aspri e impervi del suo dialetto, fatto di parole altre «i ótre paròle», che nessuno come lui ha saputo modulare in tutte le tonalità possibili, rendendole dolcissime nei sonetti e pungenti e aspre nelle sue invettive. Bisognerà almeno ricordare il suo particolare lavoro con l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, con il Centro Studi Tassiani e i tanti altri suoi scritti e studi che gli sono valsi tanti riconoscimenti, come le medaglie d’oro per meriti culturali della Camera di Commercio di Bergamo e poi del Comune di Bergamo nel 2009 e dalla nomina a Commendatore della Repubblica nel 2011.