Bisognerà ricordare all’Amministrazione comunale che per l’Unesco, quando fu approvata la partecipazione del nostro bene al sito, avrebbe dovuto stilare un “Piano di Gestione”, ma la cosa più urgente che Bergamo doveva fare era proprio uno studio di accessibilità e sopportabilità turistica… ed ecco qui la situazione di allora (dicembre 2017, che non soddisfece a pieno l’Icomos) ed la situazione attuale…
— dicembre 2017 —– marzo 2023
Sembra che in sei anni si siano fatti “grandi” progressi!!
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…e il famoso “Piano di Gestione”??
Già nel 2017, all’atto del “riconoscimento come bene universale” da parte di Unesco, il relativo organismo tecnico di controllo, ICOMOS, richiamava la necesità di formulare un “piano di gestione” dei turisti per assicurare un corretto accesso dei visitatori al sito. E’ abbastanza ovvio che Unesco voglia assicurarsi che, una volta rilasciata la patente di “unicità”, a tutti coloro che volessero accedervi fosse assicurato un “turismo di qualità“. Come per tanti altri segnali, anche in questo caso la sensazione che questa amministrazione, nei suoi vari componenti, non abbia proprio “compreso” quello che senz’altro hanno letto (e cioè il report di Icomos)… capita anche a tanti studenti ma, tranquilli, esiste ancora il “rimando a settembre”!!
Fara, dopo il cartellino giallo dell’Unesco
Mentre stessa data e argomento, su Eco di Bg, si può leggere: “Si chiama Hia, acronimo di Heritage impact assessment, la prassi che valuta l’impatto di uno o più progetti di lavori che influiscano su valori, attributi, autenticità e integrità dei siti Unesco. L’Hia quindi non è né una Via (Valutazione impatto ambientale) né una Vas (Valutazione ambientale strategica) ma una valutazione riferita ai criteri che hanno portato all’inserimento nella lista Unesco. Tale valutazione, ritenuta indispensabile da Icomos, è necessaria per eventuali misure mitigative per ridurre o evitare possibili effetti negativi sul patrimonio.
In particolare Bergamo deve conformarsi alle raccomandazioni per verificare la congruità del progetto Parking Fara in corso di realizzazione” -spiega Palazzo Frizzoni. Tutto bene? Già, però se Palazzo Frizzoni invece di spiegarcelo adesso, avesse letto le indicazioni del 2017 o almeno ascoltato l’onesto richiamo dei cittadini espresso in vari modi e in varie sedi, avrebbe evitato un anno di inutili polemiche con Icomos e relativa figuraccia.
La nostra Hia sarà adesso preparata dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.
Un estratto del richiamo ICOMOS
… le attenzioni “al piano di gestione”
Capire le Mura??
In verità quello che risulta incomprensibile dell’articolo è proprio il titolo!! Per gli appassionati della storia del nostro bene era finalmente un annuncio confortante, ma poi arriva la disillusione. Nell’articolo si trova di tutto… dalla Torre dei Caduti all’Orto Botanico, da Bergamoscienza a Palazzo Moroni… e le Mura? beh! sono un “ecosistema verde”!! e le “Opere di difesa Veneziane..”? perchè? ci sarebbero anche quelle?? Si prospetta una gestione del nostro bene con molte idee e ben confuse!!
dopo un anno dal riconoscimento Unesco
E’ passato un anno da che il nome della nostra città è comparso negli elenchi dei riconoscimenti Unesco essendo in possesso di qualcosa ritenuto di valore storico mondiale! L’effetto, come si prevedeva, ha influito enormemente sull’andamento turistico e, se ciò comporta dei benefici economici, questo richiede altresì degli impegni organizzativi.
L’onore del riconoscimento era stato concesso però con la “promessa” di rispettare le regole che ciò comporta. Prima di tutto la stesura di un “Piano di Gestione” del bene che comprenda anche un piano di gestione del turismo. Ma dopo un anno non ci siamo ancora!
Uno degli storici esperti che da tanti anni analizza la situazione del nostro patrimonio, l’architetto Labaa, (e non solo lui) manifesta in una intervista non poche perplessità…
Terra di San Marco chiude i battenti

Verona. Come altre città valorizzano le loro Mura.
Il restauro conservativo del Parco delle Mura: modalità d’intervento.
Il progetto del parco delle mura si riferisce al tratto della cinta difensiva compresa tra i fornici di via del Fante e la rondella di Santa Toscana. Il presupposto fondamentale alle scelte di progetto, è la consapevolezza di agire su parte di un sistema unitario di architettura e paesaggio che costituisce l’insieme delle fortificazioni veronesi, unico per bellezza e testimonianze storiche. Gli interventi e le proposte progettuali sono volte a conservare e valorizzare tale patrimonio permettendone la piena accessibilità e consentendo, in un eventuale futuro, di inserirsi all’interno di un parco delle mura inteso in un’accezione più ampia ovvero relativo a tutto il patrimonio del sistema difensivo veronese. Continua a leggere