
Lettera firmata
Lettera firmata
Non ti sposo ma vedrai che ti telefono… non la compro ma vedrà che le mando clienti… non le prendiamo ma vedrete che le manterremo… cosa hanno in comune ??? Parole (ro=l)…Fare una convenzione per la manutenzione ordinaria?? Esiste dal Genn. 2000 –vedi qui e qui . La manutenzione “straordinaria” no! E siccome lo Stato non la farà mai, cosa aspettiamo, che crollino??
A Roma dicono “ci fai o ci sei?” L’articolo solleva più dubbi di quelli che vorrebbe dissipare. Le cannoniere di proprietà cittadina? Ma quando mai… Quando Bergamo acquistò i “baluardi” (solo 7 in verità) i contratti erano chiarissimi “solo di superficie”. Fare una convenzione per la manutenzione ordinaria?? Esiste dal Genn. 2000 –vedi qui e qui . La manutenzione “straordinaria” no! E siccome lo Stato non la farà mai, cosa aspettiamo, che crollino?? I Volontari intanto le ripuliscono per l’Expo lavorando giorno e notte… avete pensato di pagar loro almeno un caffè?? Macchè…
Evidentemente l’argomento “Mura” ha colto molti impreparati o con poca voglia di documentarsi. 1) Innanzi tutto le Mura, che sono state oggetto perfino di discussioni parlamentari – vedi – per il loro valore, non sono assolutamente da mescolare con altri beni. 2) La manutenzione ordinaria spetta già al Comune in seguito all’accordo del Genn.2000 ed è stato pure ribadito recentemente dal Soprintendente – vedi – . 3) Non esiste un decreto del 1912 che stabilisce la proprietà ma solo una notifica di vincolo culturale. 4) Sono molte le città proprietarie delle proprie mura (Padova, Verona, Cittadella, Pisa, ecc.ecc.) e anche Lucca che si indebitò per acquisirle – vedi -. Lacunosa informazione o malcelato disinteresse ?
Ma perché durante le campagne elettorali “amministrative” non si parla solo di “amministrazione” invece che fare voli pindarici?? Ma come?? sono bastati meno di 6 mesi alla nuova amministrazione per accorgersi che non ci sono soldi in cassa… ma questo lo sapevano tutti da almeno un decennio; e allora tutte le promesse… beh, si dice se hai voluto la bicicletta…
Intanto, però, una fettina almeno per le nostre Mura è prevista (e tutti gli altri beni storici ereditati??) e si vedrà poi come verrà utilizzata.
Continua la “battaglia, ormai ventennale, per convincere l’amministrazione a prendersi cura in modo programmato del nostro monumento. In Comune, addirittura, qualcuno non sapeva neppure dell’esistenza di una convenzione del Genn. 2000 (vedi) fatta con la Soprintendenza per la manutenzione ordinaria. Convenzione che aveva spinto l’amministrazione ad una spesa annuale di 250.000 € dal 2000 al 2006 (vedi elenco), sospesa poi per l’arrivo dei fondi (1.529.000 €) della Legge 191/2003 (Gibelli) e non più ripresa… anzi ora dimenticata… addirittura negata!! E adesso che lo sappiamo, e adesso che abbiamo dei Volontari che si offrono… forza diamoci da fare!
Ogni attività umana ha un punto di partenza… Le idee e le parole che hanno animato i fondatori della nostra Associazione sono state molte (manutenzione, valorizzazione, congressi, mostre, conferenze, proprietà, ecc. ecc.) ma tra tutte quella espressa nel seguente scritto (del 1976, con poco seguito) è stata sicuramente la più pressante : LA PULIZIA DELLE MURA
Rimaste di proprietà del demanio, alle mura ha sempre fatto difetto una manutenzione costante per evitare e per riparare i guasti derivanti dalla azione degli agenti atmosferici e dalla vegetazione. Il problema maggiore è costituito dalla caduta di pietre, al quale sono interessati alcuni tratti della muraglia. Il rivestimento è stato rifatto in più punti, ma con operazioni tardive e sovente con lavori eseguiti senza molta attenzione. Come la ricostruzione senza più il «toro» e usando pietre diverse da quelle originali, il che ha portato ad alterazioni del paramento. I più recenti interventi sono stati compiuti, a cura del Genio Civile, a Sant’Agostino, alla Fara e al forte di San Marco (quest’ultimo però con più cura che in passato). Fin dai tempi del dominio veneto la vegetazione è la causa dei guasti più gravi. Le radici di cespugli e alberi, sviluppandosi tra le pietre del rivestimento, lo scalzano e permettono all’acqua di penetrare in profondità. Il danno non è sempre visibile ma è tale da mettere in pericolo tutta la struttura, col rischio di crolli. Negli ultimi decenni, in particolare, la vegetazione aveva avuto un forte sviluppo, per cui era divenuto sempre più pressante un intervento di ripulitura radicale, per evitare il ripetersi di rifacimenti costosi e con risultati non sempre soddisfacenti. La conseguenza più grave è la sostituzione del paramento originale con un falso. Come risulta la ricostruzione a Sant’Agostino, dove alla fortificazione appare ora sostituito un qualsiasi muro di sostegno della collina.
Carente lo Stato, l’Azienda Autonoma di Turismo di Bergamo nel 1976 ha deciso di agire e di provvedere con i propri mezzi, mediante lo stanziamento di 50 milioni di lire, alla pulizia da tutta la vegetazione dell’intero perimetro delle mura. L’Azienda non ha voluto sostituirsi allo Stato ma, in quanto interessata al patrimonio artistico e monumentale cittadino, ha inteso procedere alla valorizzazione di quello che può essere considerato il monumento più caratteristico e costoso di Bergamo. I lavori, eseguiti da una ditta specializzata, sono iniziati nell’aprile del 1976 e si sono conclusi l’anno successivo. Oltre che al taglio e alla rimozione della vegetazione, sono stati eseguiti anche interventi di consolidamento delle pietre. L’«operazione pulizia», condotta in stretto contatto col Genio Civile e con la Sovrintendenza ai Monumenti, ha consentito di sottrarre il rivestimento all’azione della fittissima sterpaglia, tolta la quale l’opera militare è finalmente risultata visibile in tutte le sue particolarità. Ciò ha anche consentito l’approfondimento dello studio della fortezza dal punto di vista militare e ambientale, premessa di una maggiore valorizzazione delle mura e del loro maggior godimento da parte dei cittadini e dei turisti.
Tratto dal volume : “Le Mura di Bergamo” edito dall’Azienda Autonoma del Turismo di Bg – dicembre 1977 – pag.370 (che non dovrebbe mancare in ogni biblioteca o ufficio pubblico)