Capire le Mura??

In verità quello che risulta incomprensibile dell’articolo è proprio il titolo!! Per gli appassionati della storia del nostro bene era finalmente un annuncio confortante, ma poi arriva la disillusione. Nell’articolo si trova di tutto… dalla Torre dei Caduti all’Orto Botanico, da Bergamoscienza a Palazzo Moroni… e le Mura? beh! sono un “ecosistema verde”!! e le “Opere di difesa Veneziane..”? perchè? ci sarebbero anche quelle?? Si prospetta una gestione del nostro bene con molte idee e ben confuse!!180906 mura -eco11 180906 mura -eco12

…meglio sarebbe non raccontar bugie..

Qualcuno l’aveva segnalato che questa amministrazione era completamente impreparata a gestire un “Bene di Valore Universale”…ma nessuno nasce “imparato”. Ma il vero problema è quando si vuole dimostrare di essere superiori e lo si fa con arroganza, fino a raccontar bugie ed arrampicarsi sugli specchi..180701 fara -corsera - Unesco relazione non firmata180703 fara - chi ha fatto la relazione Unesco180717 fara - eco Icomos parte

Tanto tuonò, che piovve!!

E i cittadini, stanchi di risposte inventate e pressapochiste, dopo essersi riuniti in “Comitato”, ha chiesto infine l’intervento dell’organo di controllo Unesco per verificare la compatibilità del progetto ParkingFara con le dichiarazioni fatte a suo tempo per l’iscrizione alla Tentative List. Icomos chiede spiegazioni all’amministrazione cittadina; questa risponde con fregnacce non firmate… e la cosa, oltre che comportare una prima bella figuraccia per la città, comincia a complicarsi…180701 fara -corsera -relazione non firmata
Ed ecco qui.. i signori Marco Brambilla, Giovanni Cappelluzzo, Roberto Amaddeo, Vito Gritti e Aldo Mazza riescono ad affermare che dei lavori a 20 metri dalla Cortina San Lorenzo e che hanno messo a rischio di crollo la cinta della Rocca, non c’entrano niente con “Le Opere di Difesa Veneziane…” patrimonio Unesco!!!
Una desolante ignoranza dell’argomento!!

Quamvis absurdum…. ossia benché assurdo!

Da sempre la più bistrattata e dimenticata delle Porte delle nostre Mura, quella di San Lorenzo, cade sotto l’occhio sempre vigile, attento e premuroso della nostra Amministrazione e il leone alato… guai alterare un bene storico!! Meglio non far niente e magari anche lasciarlo crollare!!

La Porta di San Lorenzo fu la prima delle porte della cinta muraria essere costruita… ma non l’attuale. L’originale, il cui nome deriva dal borgo attiguo e dalla chiesa che sorgeva nei pressi (una delle tante demolite per far posto alle Mura), era stata costruita nello stesso posto ma più in basso. Già nel 1605 (la cinta era stata completata nel 1588) fu chiusa dai veneziani perché ritenuta poco difendibile ma soprattutto perché la zona andava soggetta a frequenti allagamenti. I cittadini protestarono, sopratutto quelli della Val Tegeta (Valtesse) e dei paesi limitrofi perché costretti a lunghi giri per entrare in città. Raccolsero e versarono ai Serenissimi la cifra di 4.000 ducati d’oro cosicché nel 1627 si provvide alla costruzione del viadotto rialzato e della nuova (attuale) porta “sopra” la vecchia. Il passaggio fu dunque riaperto ma la nuova porta risultava essere di dimensioni più ridotte delle altre e tutte le operazioni di dazio dovevano avvenire all’aperto con gran lagnanza delle guardie esposte alla pioggia e al gelo. L’imbocco della vecchia porta si può ancora vedere al di sotto dell’arcata del viadotto.

Questa è stata, delle porte, sicuramente e a lungo la più trascurata: completamente cancellato risulta ora il leone che era dipinto nella lapide frontale mentre cavi elettrici, segnali stradali e vicinanze negligenti ne deturpano la visuale. Assurdo che oggi qualcuno si opponga a restauri e alla sua valorizzazione!!

Regolamento Comunale del sito Unesco – BERGAMO, SVEGLIA!

Al lungo elenco di articoli precedentemente pubblicati, che parlavano di altre città dalle quali Bergamo avrebbe dovuto prendere esempio per la loro capacità di gestire il proprio Bene riconosciuto dall’Unesco (2017/08/202017/01/052015/01/172016/09/092011/11/17, ecc.) , bisogna aggiungere ora anche la città di Modena. Anche quest’ultima ha adottato un Regolamento Comunale atto a preservare e valorizzare la propria appartenenza al riconoscimento internazionale, recependo le “Linee guida per i Piani di Gestione” del MiBACT attraverso una serie di misure in base alle quali i Siti possono ottenere finanziamenti ministeriali.
Unesco ModenaNORMATIVA DI RIFERIMENTO. Il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha deciso di rafforzare la sua azione di salvaguardia e protezione del patrimonio culturale e naturale stabilendo l’adozione di politiche attive di tutela dei beni e provvedendo all’individuazione di nuovi strumenti gestionali capaci di conciliare le esigenze di conservazione dei Siti con le dinamiche socio-culturali che trasformano continuamente le città ed il paesaggio. A tale scopo L’UNESCO ha stabilito che l’inclusione nella Lista del Patrimonio Mondiale debba essere necessariamente subordinata alla predisposizione di Piani di Gestione. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha provveduto a istituito la “Commissione consultiva per i Piani di Gestione dei siti UNESCO” che ha elaborato le “Linee guida per i Piani di Gestione“. Continua a leggere

19 e 20 Maggio 2018 : Giornate Naz. dei Castelli

Istituto Castelli logoL’Istituto Italiano dei Castelli Onlus è stato fondato nel 1964 allo scopo di studiare, salvaguardare e valorizzare l’ingente patrimonio di opere fortificate presenti nel nostro Paese, oltre a favorire il loro corretto riuso e diffondere l’interesse per questi monumenti.
L’Istituto non ha scopo di lucro. Ha sede legale a Roma, in Castel Sant’Angelo, e Segreteria Generale a Milano. E’ articolato in Sezioni presenti in ogni regione e in Lombardia ha anche Delegazioni; queste operano in ambiti territoriali più ristretti organizzando attività decentrate.
Sono tantissime le strutture fortificate, d’ogni epoca e foggia, che in Lombardia per la loro tutela devono essere monitorate e nel contempo meglio studiate. Compito che l’Istituto svolge, da oltre cinquant’anni, con grande spirito di servizio. Nello stesso tempo esso sente l’impegno di diffondere la conoscenza di questo grande patrimonio, promuovendo svariate iniziative (cicli di conferenze, viaggi di studio, premi di laurea, concorsi, mostre tematiche, pubblicazioni periodiche, ecc.) riservate a soci e a simpatizzanti. Dall’aumento del numero degli iscritti passa la possibilità di fare di più e di meglio per i castelli e le altre fortificazioni dì Lombardia e d’Italia. L’invito è pertanto a tutti di aderire – c’è tanto da fare – ma le soddisfazioni non mancheranno se ci sarà passione.
Per saperne di più sull’attività e sulle modalità di adesione basta comunicare con la :
Segreteria della Sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli
Via G. A. Borgese 14-20154 Milano – tel. +39 02 33104118 / +39 347 0187225
WEB: castellilombardia@gmail.com / www.istitutocastelli-lombardia.org / www.istitutoitalianocastelli.it / www.facebook.com/istitutocastelli.iombardia

Il Colle di Santa Eufemia e il Contrafforte di San Francesco

Una bella fetta di questi non ci sono più, e quella parte di essi sarà sostituita presto da colate di cemento.
180403 parking Fara 0Sul colle di Santa Eufemia, luogo dei primi abitanti di Bergamo, sorge la Rocca; i Romani vi costruirono poi l’“arx capitolina” (il Campidoglio) ed i Cristiani la prima chiesa della città intitolata a Santa Eufemia (ricostruita nel 1928); al tempo del Basso Impero e dell’Alto Medioevo vi era già un Castrum o Castellum. Sulle rovine di questo Castellum, Re Giovanni di Boemia costruì nel 1331 (data che segna la fine del Comune Bergamasco) l’attuale Rocca compiuta nel 1336 da Azzone Visconti. La Repubblica Veneta la rafforzò con la costruzione a metà del Quattrocento del torrione rotondo vicino all’ingresso e vi insediò la scuola dei Bombardieri….
Nella mappa ricavata dallo storico Elia Fornoni ben si vedono le “protuberanze” lasciateci dai periodi archeologici, sulle quali è sorta nostra Città e anche la zona ora interessata dalla loro “distruzione”.
180403 parking - orografia Fornoni
Una bella fetta di “flysch” dei nostri Colli, venutosi a formare nel Santoniano 85 milioni di anni fa per il deposito di detriti sul fondo di un oceano, sta per essere sostituito da cemento, che sicuramente non durerà altrettanto a lungo! E ciò avviene a ridosso di un “Bene” che, passate amministrazioni, avevano identificato, e ci hanno lasciato in eredità, come “protetto da vincoli culturali e paesaggistici“. Il tutto avviene in un’area di protezione che Bergamo si è pure impegnata molto recentemente con l’Unesco a proteggere e valorizzare!