La congiura delle torri – di Francesco Fadigati
Il coraggio e l’intrigo, l’amicizia e il tradimento, l’innamoramento, e la guerra nella cornice di un’inedita Bergamo medievale.
Edizioni Bolis – 2011
La congiura delle torri – di Francesco Fadigati
Edizioni Bolis – 2011
La città di Bergamo, come gli altri comuni dell’epoca, non disponeva di un esercito stabile, ma chiamava i cittadini a prestare servizio in caso di necessità. La vicinia aveva il dovere di provvedere al reclutamento militare formando le liste degli uomini abili all’esercizio delle armi, acquistando e mantenendo sempre in buon ordine l’equipaggiamento necessario alla guerra.Le milizie risultavano quindi ripartite in compagnie di vicinato, ciascuna con il proprio gonfalone, prezioso emblema di identificazione. Bianco e rosso quello della vicinia di San Pancrazio. Quando nel 1290 nella guerra contro Brescia durante la battaglia di Mura esso fu smarrito, i vicini perlustrarono invano disperatamente il corso dell’Olio per ritrovarlo. In un momento immediatamente successivo gli “Acta” riportano le spese per il confezionamento del nuovo vessillo.
L’addestramento e il combattimento favorivano un forte sentimento di solidarietà. L’esito di una battaglia poteva allora condizionare le sorti della città intera. La distruzione di Milano e di Crema, l’assedio durissimo di Brescia erano di ammonimento. Soprattutto nel primo periodo comunale la consapevolezza di appartenere ad una comunità, viciniale o cittadina, aveva una forte connotazione militare.
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