Se n’era già parlato più volte (ottobre 2017, agosto 2017, maggio 2016, giugno 2012, ecc.) e qualcuno ha posto domande al Comune. Così questi “fa sapere” al cronista che, siccome nel 1930 fecero l’errore di lasciar costruire l’abitazione del contadino che ci lavorava, adesso dobbiamo lasciarvi costruire un bel palazzo… ma ci si chiede: nel ’30, il Turismo, il valore del Patrimonio, l’Unesco, ecc. erano così importanti come adesso? E poi “fa sapere” che sono stati autorizzati da Comune, Parco dei Colli e Soprintendenza… chissà se i funzionari di questi tre Enti avrebbero superato un esame di Storia dell’alta città tenuto da Luigi Angelini, dal Mazzi, dal Ronchetti, dal Fornoni o da uno dei tanti studiosi viventi che negli anni hanno fatto ricerche, studi, pubblicazioni sull’argomento? Forse sarebbe stato opportuno chiedere anche, e sarebbe stato più interessante sapere, il loro parere!
Stranamente poi si viene a sapere, leggendo certi articoli, che i nostri amministratori, quando viene loro presentata una nuova proposta di cui non si può negare l’assoluto buon senso, loro l’avevano già pensata e stavano studiando la soluzione… siamo proprio in una botte di ferro!
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Quel vecchiume di “Opere di Difesa Veneziane”…
Con questo spirito, un appassionato della storia della nostra città, ci ha scritto: “ERA ORA…”



San Vigilio svendesi….

Eppure la lungimirante Amministrazione del 1957 (Sindaco Simoncini che impresse un notevole impulso alla crescita civile, culturale, economica, sociale e urbanistica della città) con notevole sacrificio aveva acquisito l’intera proprietà del Castello di San Vigilio affinché l’intera cittadinanza potesse goderne. Recentemente un pezzo era già stato venduto (e diverrà presto un moderno B&B) e ora un secondo pezzo (proprio quello dove sorgeva l’antica CAPPELLA che diede a lungo il nome alla località) sta per essere venduto…. e non solo, visto che le basi d’asta sono andate deserte, ma verrà SVENDUTO. Eppure parliamo di una zona che recentemente è stata riconosciuta di valore mondiale dall’UNESCO!!
Strano non si sia ancora pensato a vendere i baluardi acquistati nel 1825 dal Podestà Rocco Cedrelli. Certo, già nel 1812, fu svenduto il Forte di San Marco ma allora bisogna finanziare le guerre di Napoleone. Oggi, con un omonimo non altrettanto attento, la nostra città, che è senz’altro più ricca che nel 1825 e nel 1957, svende i propri gioielli (non dimenticheremo certo la perdita della visuale dopo il vergognoso “Muro” di via Autostrada, la “lunetta” di San Giacomo, ecc.) e rovina i restanti (Parco Faunistico, i Vasi, ecc.); i futuri Bergamaschi ringraziano!!
Ahi, ahi… chi ben comincia…
MAGNIFICO… degli “archistar” potranno vantare delle costruzioni sul sito Unesco “Venetian Works of Defence between the 16th and 17th Centuries: Stato da Terra – Western Stato da Mar” visto che la “lunetta” prospiciente la “Cortina di S.Giacomo” ne fa parte integrante!!! Con buona pace della “zona di rispetto” citata nel “dossier Unesco”.
Su quella “lunetta”, per secoli era stato possibile solo coltivare delle viti… fortunatamente in città il senso civico non è ancora del tutto defunto e si possono leggere anche buone notizie come quella del Colle Belfante anch’esso facente parte del “sistema difensivo” come “cavaliere” del Baluardo di San Michele (vedi relazione del Capitano Giovanni da Lezze – 1596).
Incuria e disinteresse sono evidenti…
…eppure più di una volta anche in Consiglio Comunale era stata richiamata l’attenzione sull’importanza della “fascia di rispetto” intorno alle Mura e in particolare si era puntato il dito su quel cantiere sulla “lunetta” difensiva della cortina di S.Giacomo, aperto con chissà quali permessi, e ora fermo da anni.
Non solo i turisti non sono ciechi, ma pure i cittadini bergamaschi non sopportano l’indifferenza verso i luoghi che fan parte della loro storia.
Assurdo cantiere a ridosso delle MURA

Federconsumatori ha puntato il dito sui lavori che si incontrano nelle immediate vicinanze di Porta San Giacomo e che, ironia della sorte, parlano proprio di valorizzazione e recupero degli orti. «In via Tre Armi, sotto gli spalti delle Mura venete fa brutta mostra di sé un cantiere, aperto nel marzo 2010 e da mesi deserto. Ciò che non si sa è perché questo possa accadere impunemente e se l’amministrazione comunale, che rilascia le licenze a costruire, ha strumenti utili per evitare il verificarsi di situazioni del genere». Molto interessante… Continua a leggere