Fara, San Vigilio, lunetta… e Forte San Marco!

Ancor oggi molti Bergamaschi non conoscono la Storia delle Opere di difesa Veneziane e perfino delle Mura ben pochi di essi hanno potuto conoscere l’intero perimetro; in particolare il Forte di San Marco che nel 1812 fu venduto dalla amministrazione francese a Lire 829 per concorrere a finanziare le guerre di Napoleone che si trovava in quei giorni in Russia. Nel 2017, riconoscimento Unesco già pervenuto, è stata rivenduta da privati tutta la parte del Forte comprendente la Porta del Soccorso, il baluardo San Vigilio, la piazzetta San Marco, cannoniere, sortite, ecc. ma la notizia della vendita è passata nel silenzio e nel disinteresse più assoluto, alla faccia degli impegni presi con l’Unesco. Il costo, sarebbe stato per un’amministrazione cittadina (nel 2016 il Comune aveva rastrellato 11 milioni di euro solo di multe) una cifra assolutamente abbordabile e avrebbe restituito alla città (e al mondo) una sua parte importantissima e storica. Siamo certi che i nuovi proprietari, cui vanno tutti i migliori auguri, sapranno mantenere al meglio (e probabilmente meglio di una mano pubblica disinteressata) ma per la città intera si è persa un’opportunità veramente incredibile! Certo non sono più i tempi di amministratori cittadini che “amano” la città come il Podestà Rocco Cedrelli che nel 1825 fece acquisire, comprandolo dal demanio asburgico, i terreni di quasi tutti i baluardi… ma neanche del più recente Sindaco Costantino Simoncini che impresse un notevole impulso alla crescita civile, culturale, economica, sociale e urbanistica della città) con notevole sacrificio aveva acquisito proprietà di tutto il Castello di San Vigilio (1957) affinché l’intera cittadinanza potesse goderne. Era un sindaco, si dice, che costringeva tutti gli assessori, ogni domenica, a girare per la città, come lui stesso faceva, per “scovare” i problemi si sarebbe poi cercata subito la soluzione. Decisamente, purtroppo, altri tempi…

San Vigilio svendesi….

171008 vendesi S_Vigilio bScongiurata la funesta proposta di vendere Palazzo Suardi che aveva causato una levata di scudi di Associazioni e Partiti, un altro pezzo storico della Città sta per essere venduto in un assordante silenzio!
Eppure la lungimirante Amministrazione del 1957 (Sindaco Simoncini che impresse un notevole impulso alla crescita civile, culturale, economica, sociale e urbanistica della città) con notevole sacrificio aveva acquisito l’intera proprietà del Castello di San Vigilio affinché l’intera cittadinanza potesse goderne. Recentemente un pezzo era già stato venduto (e diverrà presto un moderno B&B) e ora un secondo pezzo (proprio quello dove sorgeva l’antica CAPPELLA che diede a lungo il nome alla località) sta per essere venduto…. e non solo, visto che le basi d’asta sono andate deserte, ma verrà SVENDUTO. Eppure parliamo di una zona che recentemente è stata riconosciuta di valore mondiale dall’UNESCO!!
Strano non si sia ancora pensato a vendere i baluardi acquistati nel 1825 dal Podestà Rocco Cedrelli. Certo, già nel 1812, fu svenduto il Forte di San Marco ma allora bisogna finanziare le guerre di Napoleone. Oggi, con un omonimo non altrettanto attento, la nostra città, che è senz’altro più ricca che nel 1825 e nel 1957, svende i propri gioielli (non dimenticheremo certo la perdita della visuale dopo il vergognoso “Muro” di via Autostrada, la “lunetta” di San Giacomo, ecc.) e rovina i restanti (Parco Faunistico, i Vasi, ecc.); i futuri Bergamaschi ringraziano!!

La quinta porta delle Mura – Forte San Marco

Le quattro porte storiche, che ripetono gli allineamenti sui quattro lati della città antica fin dall’epoca romana, nacquero per il traffico quotidiano con i borghi e il territorio e tali sono rimaste.
La quinta doveva restare nascosta, da usare esclusivamente in circostanze d’emergenza per la fortezza: un luogo da agguati e sortite. La porta del Soccorso.
Se si chiede in giro dove si trovi, quasi tutti rispondono di non saperlo. Segno che anche dopo tanto tempo l’obiettivo iniziale dei costruttori si è mantenuto. Per arrivare alla porta del Soccorso è necessario raggiungere uno dei luoghi più remoti dell’alta città. Da via Cavagnis, che sale al colle di San Vigilio, si imbocca la via Sotto le mura di Sant’Alessandro: un viottolo, dominato dalla muraglia che qui si presenta quanto mai compatta e inaccessibile (il Baluardo di Castagneta è oggi l’unica parte delle Mura che il cittadino possa “toccare con mano” senza invadere proprietà private). Dimensioni a parte, le porta potrebbe sfuggire all’attenzione perché non presenta nessun elemento che la distingua. Un’apertura dai contorni ben fatti, sbarrata da un portone sempre chiuso. Niente stemmi o altro; due tagli verticali nella pietra mostrano come un tempo ci fosse il ponte levatoio per superare la fossa che difendeva in origine anche in questo tratto scosceso della collina (ai lati le aperture, sbarrate, di sortita e cannoniere). Difficile immaginare cosa ci sia al di là dei due battenti. Il segreto fu svelato anni or sono quando gli speleologi del gruppo Nottole esplorarono questo settore delle mura mentre erano impegnati nei rilievi dei sotterranei che si celano nella complessa struttura che proteggeva la città. Continua a leggere

La Soprintendenza… finalmente.. meno male..

Via Autostrada «L’albergo va spostato e le altezze ridotte». Lo chiede la Soprintendenza per la tutela dei Beni architettonici e paesaggistici.

Prima riunione del tavolo tecnico sul PII di via Autostrada per verificare i margini di manovra per ridurre l’impatto dei «muri» sulla vista di Città Alta (per il Comune : arch. Nicola Cimmino, dirigente dell’assessorato Edilizia privata; per la Bruman’s Srl, titolare dell’operazione : architetti Alberto Bertasa (lo stesso delle torri Sace ??) e Michele Locatelli; per la Soprintendenza per la tutela dei Beni architettonici e paesaggistici , direzione di Milano, arch. Giuseppe Napoleone.
La proposta di modifica del progetto presentata è stata bocciata dalla Soprintendenza. Un giudizio non vincolante, ma che comunque pesa su un’opera già accompagnata da tante polemiche. I progettisti proponevano una revisione della forma dell’albergo (il cui cantiere è ancora sotto sequestro per assenza del permesso di costruzione). Il soprintendente Giuseppe Napoleone – ha ritenuto poco incisivo il «lifting» progettuale e rilanciato in due direzioni: l’albergo va spostato e bisogna intervenire sulle altezze della parte già in costruzione (il centro commerciale e direzionale). L’architetto Napoleone ha affermato: «A parere della Soprintendenza la proposta è da ritenersi insufficiente, in quanto non si sono ravvisate sostanziali modifiche rispetto al progetto approvato. Anche se si optasse per la nuova soluzione la vista prospettica di Città Alta da via Autostrada verrebbe recuperata in maniera ininfluente. L’albergo dovrebbe essere realizzato su un’altra area, che andrebbe valutata con il Comune e con i progettisti. Stanti i diritti acquisiti, la Soprintendenza invita i progettisti a farsi interpreti con la proprietà per un intervento sostanziale anche sui volumi in fase di costruzione, intervenendo sulle altezze, non escludendo la riduzione dei sei piani previsti (per 24 metri di altezza). L’appello della Soprintendenza è perché tutti quanti insieme si continui a lavorare per condividere una soluzione che vada nell’interesse comune di salvaguardare lo skyline monumentale».