L’idea non è nuova ed era già stata oggetto di uno studio da parte dell’Ing. Luigi Angelini, ma ora viene ricordato un progetto del 1999 dell’arch. Fernando De Simone, bocciato a Bergamo ma divenuto realtà a Trieste.
e, a proposito di progetti,, si veda un pò cosa ha rischiato la nostra bella Porta di Sant’Agostino alla fine degli anni ’60..
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Bergamo scomparsa: le Torri

Costruita all’inizio del XIII secolo, la sua compatta muratura in arenaria grigia originariamente si apriva solo negli stretti tagli verticali delle feritoie e nelle monofore verso la sommità. L’unico accesso, ora murato sul lato est, era a otto metri dal suolo. Attraverso di esso comunicava con la casa adiacente, con la quale formava un complesso unitario.
Le modifiche avvennero nel XVI secolo con l’inserimento di una bottega a piano terra e la conseguente apertura di un ingresso e di una finestra. La casa adiacente era già stata completamente ricostruita con un voltone archiacuto. Verso la via Mario Lupo restano trecce di mensoloni in pietra nera sporgenti a circa sei metri dal suolo che rivelano la successiva presenza di un porticato e forse di un’altra bottega. Continua a leggere
1588-1988 Le Mura di Bergamo

E indubbio che nell’ambito degli studi assolve ancora il compito di pietra miliare il volume Le Mura di Bergamo edito dalla Azienda Autonoma di Turismo nel 1977. Una raccolta di studi che seppur con intrinseci limiti derivanti da un approccio che non poteva eludere del tutto la funzione divulgativo-turistica propria della committenza, rappresentò una novità assoluta nell’ambito degli studi sul tema, soprattutto per il taglio dato alle analisi: non solo la vicenda storica della costruzione delle mura di Bergamo, ma i nessi e i confronti comparativi con il più vasto panorama del fortificare nel secolo XVI.
Se consideriamo alcune delle principali pubblicazioni sulla città e la sua storia scritte successivamente a quel libro, e mi basti citare lo studio di Alberto Fumagalli, Bergamo. Orìgini e vicende stanche del centro antico edito da Rusco ni nel 1981, o il libro di Walter Barbero, Bergamo edito da Electa nel 1985, oppure il volume su Bergamo della collana Le città netta storia d’Italia della Scalvini e Piero Calza, pubblicato da Laterza l’anno scorso; ebbene basta verificare lo spazio assegnato dagli autori al tema che qui ci interessa per accorgersi che c’è un abisso (per quanto riguarda le mura) fra queste storie di Bergamo e quanto scritto sullo stesso argomento prima del libro dell’Azienda. Eppure ci riferiamo a pubblicazioni curate dai nostri più importanti storici: dal Fornoni al Belotti a Luigi Angelini. Continua a leggere
Personalità bergamasche: Luigi Angelini
Luigi Angelini è stato un grande ingegnere civile
(Bergamo, 20 dicembre1884 – 7 novembre1969).
Luigi Angelini, si laureò in Ingegneria al Regio Istituto Tecnico Superiore (RITSM – poi Politecnico) di Milano nel 1907; lavorò dapprima a Roma (1909-11) nello studio dell’architetto Marcello Piacentini e diventò in seguito direttore dei lavori di molte delle sue opere. Con Piacentini collaborò, a partire dal 1921, nella direzione dei lavori del nuovo centro della città bassa di Bergamo, progettato dall’architetto romano stesso. Ricevette a Bergamo numerosi incarichi pubblici: Ispettore onorario dei Monumenti, Gallerie e Antichità; direttore della Scuola d’arte applicata “A. Fantoni” (1922-33); Presidente della Commissione Provinciale per la Tutela delle Bellezze Naturali (1946-68). (vedi l’articolo sulle MURA)
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Luigi Angelini e “Le Mura veneziane di Bergamo”
