Un parcheggio sotto Città Alta

L’idea non è nuova ed era già stata oggetto di uno studio da parte dell’Ing. Luigi Angelini, ma ora viene ricordato un progetto del 1999 dell’arch. Fernando De Simone, bocciato a Bergamo ma divenuto realtà a Trieste.121115 parcheggio sotto Città Alta 130103 parcheggio sotto Città Alta
e, a proposito di progetti,, si veda un pò cosa ha rischiato la nostra bella Porta di Sant’Agostino alla fine degli anni ’60..progetto S_Angelini - 1967progetoo Sesti -1971

Bergamo scomparsa: le Torri

bergamo-scomparsa,torri,case-torri,angelini,Per ritrovare l’aspetto delle numerose torri cittadine segnalate nella pianta ricostruttiva di Sandro Angelini, possiamo solo far riferimento agli edifici ancora esistenti, anche se modificati nel corso del tempo. Oltre alla già esaminata torre di Adalberto, rimasta, riteniamo, pressoché intatta, la torre di Gombito che emerge con il suo nitido profilo all’incrocio principale della città, là dove si incontravano il cardo e il decumano romani.
Costruita all’inizio del XIII secolo, la sua compatta muratura in arenaria grigia originariamente si apriva solo negli stretti tagli verticali delle feritoie e nelle monofore verso la sommità. L’unico accesso, ora murato sul lato est, era a otto metri dal suolo. Attraverso di esso comunicava con la casa adiacente, con la quale formava un complesso unitario.
Le modifiche avvennero nel XVI secolo con l’inserimento di una bottega a piano terra e la conseguente apertura di un ingresso e di una finestra. La casa adiacente era già stata completamente ricostruita con un voltone archiacuto. Verso la via Mario Lupo restano trecce di mensoloni in pietra nera sporgenti a circa sei metri dal suolo che rivelano la successiva presenza di un porticato e forse di un’altra bottega.  Continua a leggere

1588-1988 Le Mura di Bergamo

libro 16 - Le Mura - Ateneo.jpgPer prima cosa vien spontaneo chiedersi: quanto si sa sul nostro anello bastionato? Domanda che significa come e cosa si è scritto sulle nostre Mura.
E indubbio che nell’ambito degli studi assolve ancora il compito di pietra miliare il volume Le Mura di Bergamo edito dalla Azienda Autonoma di Turismo nel 1977. Una raccolta di studi che seppur con intrinseci limiti derivanti da un approccio che non poteva eludere del tutto la funzione divulgativo-turistica propria della committenza, rappresentò una novità assoluta nell’ambito degli studi sul tema, soprattutto per il taglio dato alle analisi: non solo la vicenda storica della costruzione delle mura di Bergamo, ma i nessi e i confronti comparativi con il più vasto panorama del fortificare nel secolo XVI.
Se consideriamo alcune delle principali pubblicazioni sulla città e la sua storia scritte successivamente a quel libro, e mi basti citare lo studio di Alberto Fumagalli, Bergamo. Orìgini e vicende stanche del centro antico edito da Rusco ni nel 1981, o il libro di Walter Barbero, Bergamo edito da Electa nel 1985, oppure il volume su Bergamo della collana Le città netta storia d’Italia della Scalvini e Piero Calza, pubblicato da Laterza l’anno scorso; ebbene basta verificare lo spazio assegnato dagli autori al tema che qui ci interessa per accorgersi che c’è un abisso (per quanto riguarda le mura) fra queste storie di Bergamo e quanto scritto sullo stesso argomento prima del libro dell’Azienda. Eppure ci riferiamo a pubblicazioni curate dai nostri più importanti storici: dal Fornoni al Belotti a Luigi Angelini. Continua a leggere

Personalità bergamasche: Luigi Angelini

luigi-angelini,beni-culturali,risanamentoLuigi Angelini è stato un grande ingegnere civile
(Bergamo, 20 dicembre1884 – 7 novembre1969).

Luigi Angelini, si laureò in Ingegneria al Regio Istituto Tecnico Superiore (RITSM – poi Politecnico) di Milano nel 1907; lavorò dapprima a Roma (1909-11) nello studio dell’architetto Marcello Piacentini e diventò in seguito direttore dei lavori di molte delle sue opere. Con Piacentini collaborò, a partire dal 1921, nella direzione dei lavori del nuovo centro della città bassa di Bergamo, progettato dall’architetto romano stesso. Ricevette a Bergamo numerosi incarichi pubblici: Ispettore onorario dei Monumenti, Gallerie e Antichità; direttore della Scuola d’arte applicata “A. Fantoni” (1922-33); Presidente della Commissione Provinciale per la Tutela delle Bellezze Naturali (1946-68). (vedi l’articolo sulle MURA)
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Luigi Angelini e “Le Mura veneziane di Bergamo”

Bergamo alta, che ebbe già dall’epoca romana una sua cinta murata che chiudeva la città eretta sul colle e che già aveva una sua importanza e per gli avanzi scoperti e per la presenza rivelata da documenti e dalla tradizione, di templi, di un acquedotto, di un foro civico e di un anfiteatro, mantenne e completò, e nei periodi longobardo e franco e più tardi nei secoli XII e XIII, questo suo perimetro murato. Di queste opere difensive medioevali rimangono tuttora alcuni resti di murature ad arco a sud in un tratto della via detta degli Anditi sotto la via di Porta Dipinta, in un altro a ovest sotto il Monastero di S. Grata e in un altro ancora a nord soprastante la via detta della Boccola. Quando la città nel 1428 passò sotto il dominio di Venezia queste mura, già in parte restaurate, dopo l’assedio del longobardo Agilulfo del 592 e l’occupazione di Arnoldo nell’894 e il rafforzamento del 1167 da parte dei Consoli di Bergamo, erano però in condizioni non atte a una sicura difesa. Ma per un secolo circa la Repubblica Veneta, tesa a ridare alla città di nuovo possesso un carattere di vita civile più attiva e più feconda, non molto si occupò delle condizioni difensive della città. Continua a leggere