Lavori sulle Mura VENEZIANE

180331 mura - mirabella - orobicaL’Università chiede “una proroga per i lavori“, si, ma quali “lavori” sulle Mura? Abbiamo ad oggi assistito, a volte attoniti, al “restauro” di parapetti e viadotti che, seppur storici, non sono parte delle originali Mura Veneziane! Sono di proprietà del Comune e ancora una volta sulla stampa cittadina si deve assistere a questa confusione. Fino ad oggi gli unici lavori sulle Mura sono stati di sola “manutenzione” grazie ai Volontari di OrobicAmbiente, importantissimi e peraltro notevolmente sottostimati da questa Amministrazione. L’unico lavoro, ma di “preparazione” al restauro, è finora consistito nell’abbattimento di alcune piante sul ciglio del Baluardo Sforza Pallavicino dovuto non, come dovrebbe, all’attenzione del Comune o del Demanio, ma alle proteste del proprietario confinante. Altro che proroga… la famosa “mappatura” con tanto di “Rilievo materico e degrado” dell’intero perimetro (che in verità avrebbe dovuto essere parte del dossier Unesco) attenderà le calende greche!

che brutto affare…

…ma se vendere il Palazzo Suardi per far cassa era stato ritenuto quasi un crimine, vendere un pezzo di Castello di San Vigilio, ora facente parte del bene Unesco, non è forse una pazzia? Gran brutto affare quando gli Amministratori non sono edotti e sufficientemente appassionati alla Storia della Città che amministrano!! Van bene i contributi alle parrocchie, le piste ciclabili, 5 milioni per il verde, l’wi-fi, ecc. ma dobbiamo proprio sacrificare per questo la nostra Storia?? Chissà i futuri bergamaschi a quale personaggio rivolgeranno “riconoscenti” pensieri per questo bel “regalo”!
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Il Castello e la bastia - Mazzi - 1913
La fortificazione dovette essere oggetto di cure particolarmente vigili fin dall’età precedente all’occupazione romana. In età altomedievale fu nota con il nome di “castellum”, ma anche con quello di “capella” data la presenza di una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena. Successivamente questo secondo termine prevalse nella documentazione e l’edificio divenne elemento iconografico dominante nella rappresentazione della città. Chiaramente visibile nel disegno già citato e conservato presso la Biblioteca di Mantova…. leggi l’intero articolo a cura di Andreina Franco Loiri per BergamoSera

Proprietà delle Mura? no! …..e allora il Castello di San Vigilio? no!

171118 San Vigilio - patrimonio cultaraleForse qualcuno ricorderà a Settembre le “Giornate Europee del Patrimonio” e la sollecitazione della Amministrazione comunale rivolta ai cittadini di segnalare i “tesori nascosti”… ma forse le Mura e il Castello di S.Vigilio non sono abbastanza nascosti o non abbastanza “tesori”… o forse la “nostra cultura” non è così sentita in alto loco come dichiarato a parole. “Costano troppo…” ma nel 1825 (quando il Comune comprò 8 baluardi) o nel 1826 (quando fu fatto riparare dal Comune il baluardo di S.Giovanni che era crollato) o nel 1957 (quando il Comune comprò l’intera area del Castello) erano più ricchi? Forse gli amministratori avevano una visione diversa del futuro. Siamo sicuri che lasciarlo al Demanio (che nell’ultimo mezzo secolo non si è mai interessato a Bergamo) o affidarlo a privati sia il metodo migliore per trasmettere ai posteri il nostro patrimonio pubblico??
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Il Castello di Bergamo sul Colle di S.Vigilio

180101 San Vigilio - corseraSi apprende da un recente articolo sulla stampa cittadina che ci sono voluti tre anni per avere l’approvazione alla vendita della casa del custode del Castello di Bergamo. A questo punto dovrebbe scattare l’applauso per l’Assessore al Patrimonio per essere riuscito a far togliere alla Soprintendenza i vincoli su un monumento storico!! E’ vero, quell’edificio in vendita non è del XVII° secolo ma fu costruito nell’800 su un’area dove sorgeva l’antica Cappella dedicata a Santa Maria Maddalena e una polveriera della guarnigione veneta (Deleidi -1815)
Polveriera Castello S.Vigilio - Deleidi 1820 …e, semmai, bisognerebbe, ora che siamo Unesco, avere il coraggio di abbatterlo per ripristinare la fortezza originale.


Francamente è chieder troppo a chi si preoccupa di far cassa vendendo, anche se ora la stretta economica non è più così stringente come negli anni scorsi, mentre, nonostante la frequentazione turistica, lascia un monumento nello stato in cui si trova (foto sotto). E i complimenti arriveranno anche da coloro che nel 1960 fecero sacrifici per restaurare un bene pubblico cittadino (foto sopra).

Per chi volesse approfondire la conoscenza storica del nostro Castello, si consiglia l’ottimo articolo a cura di G.Gelmini che si trova in rete a questo link e le ricerche sul campo effettuate dalle Nottole.

Udite, udite… qualcosa si muove sul lato nord-ovest delle Mura

Mura Venete, il Comune interviene sul baluardo di Valverde

Naturalmente qualche appunto è d’obbligo: “Se ne parla da tempo, diversi anni ormai, ma nessun intervento è stato effettuato nei due decenni scorsi (vero, infatti l’ultima richiesta ufficiale – esaudita – è del novembre 1999 – vedi articolo sottostante), soprattutto per via della difficoltà ad accedervi (Noo, soprattutto perché questo tipo di intervento – cioè 3 grosse piante cresciute sul rivestimento murario con pericolo di crolli – toccava al proprietario Demanio – vedi articolo sottostante): si tratta del baluardo di Valverde delle Mura di Bergamo, sul versante nord del sistema difensivo veneziano di Bergamo Alta (certo, meglio precisare!).
Ci vorrà molto lavoro per rimuovere la vegetazione che nei decenni scorsi è cresciuta e ha prosperato su questo tratto di Mura (e qui, se si parla di “vegetazione” e non si precisa “tre alberi pericolanti – motivo per il quale la parte nord-ovest è stata esclusa dalla convenzione con i volontari – la gente si chiede: ma non c’erano quelli di Orobicambiente?).
Il tratto tra le porte Garibaldi – Sant’Agostino – San Giacomo – Sant’Alessandro è stato oggetto, nel corso degli ultimi 15 anni, di interventi di restauro piuttosto articolati che ne hanno garantito una buona conservazione tanto da richiedere solo interventi puntuali su alcune parti specifiche (vero, grazie al lavoro di volontari, anche alpini, che le hanno mantenute pulite impedendo la crescita di alberi e, guarda caso, in tutte le parti dove la proprietà è quasi tutta comunale … meno il Baluardo di S.Alessandro, dove il Seminario ha, ancora recentemente, negato l’accesso! ). Discorso molto diverso per il tratto compreso tra le Porte Sant’Alessandro e Garibaldi (ossia, il Forte di San Marco, con proprietà private sia sopra che sotto… e questo è proprio il vero punto… fare patti chiari coi proprietari confinanti! Curia compresa! … ma vediamo di non far fumo e confusione… in quel tratto i baluardi sono sei, non solo quello di Valverde!) e questo ha determinato la crescita incontrollata della vegetazione portando a danni e a dissesti, seppur sempre localizzati (infatti sul baluardo di Valverde sono solo due, forse tre), nella cinta muraria.
L’intervento, che il Comune prevede, si struttura in due parti: nel 2018 sarà il momento della sola rimozione della vegetazione, con taglio a raso di tutte le piante presenti sulle mura (cioè tre piante su un baluardo… un pò troppo!), in modo da portare in vista il muro attualmente nascosto dalla vegetazione presente. La procedura per l’assegnazione dei lavori è già stata avviata dall’Assessorato ai LL.PP. (bene, anche se così si paga un intervento che sarebbe toccato al Demanio – a dimostrazione del suo disinteresse più volte sottolineato – e per buona parte del quale si era rinunciato alla cessione gratuita).
Sarà così possibile procedere alla seconda fase, ovvero al rilievo con tecnologia scan-laser (che sarà offerto gratuitamente dalla ditta bergamasca Ecogeo) …… ecc. (ok.. repetita juvant).
L’intervento avrà un costo di 200mila euro (!! ma come… per togliere massimo 3 piante su un baluardo!! – quanto sarebbe costato allora il lavoro dei volontari su tutto il perimetro?), di cui 100mila euro a carico dell’Amministrazione Comunale e 100mila di contributo da parte di Fondazione Cariplo. Questo intervento è il terzo, e ultimo, nell’ambito di cofinanziamento di opere da parte di Fondazione Cariplo….
“Continua l’opera di cura che questa Amministrazione sta portando avanti sulle Mura, – aggiunge l’Assessore all’Ambiente Leyla Ciagà (ma non se ne occupava l’Assessorato ai LL.PP.?), – grazie anche al cofinanziamento Cariplo (ok.. repetita juvant), al contributo scientifico dell’Università di Bergamo (e cioè ? ci fornirà forse il rilievo materico e il degrado gratuitamente ??) e all’azione pressoché quotidiana dei volontari di Orobicambiente che in questi giorni stanno rimuovendo la vegetazione infestante sulle Mura in corrispondenza di via Cavagnis (giusto a proposito… sugli altri baluardi del Forte di San Marco).”
L’intervento sul baluardo(ripetiamo… nontra le Porte Sant’Alessandro e Garibaldi” perché lì i baluardi sono sei) viene svolto interamente dall’Amministrazione comunale che si è presa carico negli anni scorsi degli interventi di manutenzione ordinaria (sulla cinta muraria come dal 2000, vedi convenzione, facendolo fare gratuitamente ai Volontari… intendiamoci: parapetti, porte, viadotti sono del Comune e ad esso comunque toccava la manutenzione). Gli interventi più complessi, ad esempio di consolidamento statico, rimangono di competenza del Demanio che è il proprietario delle Mura (a eccezione delle porte (quattro delle cinque), dei parapetti e del viadotto di San Giacomo (… e di Sant’Agostino e di San Lorenzo), tutti di proprietà comunale).
…e la breve parte seguente, ripetitiva e riempitiva, non interessa più il baluardo di Valverde… tutto qui, 3 piante su 1 baluardo! Manca solo di dire che è il piano di ristrutturazione per l’Unesco! Poche idee ma ben confuse..

Libro bianco… o pagine bianche?

171115 eco 3 - unescoL’articolo, del forse unico, cronista rimasto fino alla fine dell’happening Unesco riporta correttamente che l’Organismo Internazionale richiede urgentementeuno studio sulla capacità di carico turistico e una programmazione di iniziative mirate a far convivere visitatori e residenti nel modo migliore“, ma questo sarà solo “uno dei passaggi fondamentali verso l’attuazione del piano di gestione del sito“. Ma poi, mentre 5 dei 6 sindaci illustravano ampiamente e con euforia i propri piani già pronti (Peschiera del Garda ha messo a bilancio 10 milioni di euro per restaurare le sue mura, Palmanova può già fare affidamento su una decina di milioni per la valorizzazione della città, Croazia e Montenegro, con piani pronti e illustrati da slide, puntano a interventi di riqualificazione… ecc), il rappresentante di Bergamo, in questo caso l’Assessore alla Cultura e Turismo, illustrava delle belle pagine bianche parlando delle funzioni dell’Unesco, di completamento del recupero delle cannoniere, degli spazi sopra Porta Sant’Alessandro e del restauro del Castello di San Vigilio (!).
E ancora, ben lontani dalla meta, non è dato di sapere chi sarà l’incaricato che stilerà il “Local Management Plan” che ci permetterà di restare nel gruppo Unesco.
Sarà l’Assessore ai LL.PP., che gestisce il P.O.P. (dove sono previsti – dopo proteste – 300.000 € contro i 10 milioni di Peschiera), o l’Assessore al Verde, che gestisce i volontari, o l’Assessore alla Cultura e Turismo, essendo un interesse culturale e turistico, o l’Assessore al Patrimonio, che vorrebbe venderle, o l’Assessore all’Urbanistica, o il Delegato per Città Alta e Unesco, o Commissioni Urbanistiche o del Paesaggio, o il Sindaco che gestisce i rapporti con Demanio e Soprintendenza, o il Segretariato per l’Unesco, che dovrà farlo convergere con i “plan” delle altre città, o Terre di S.Marco, che dispone di altri fondi, o tutti insieme che chissà mai quando si troveranno… ecc. o, come ripreso nell’articolo, con l’implicita ammissione che a Bergamo non esistono le competenze, al S.I.T.I. di Torino? Sarà una sorpresa, ma intanto le pagine del “plan” restano bianche!

La “lunetta” sotto S.Giacomo

171116 lunetta - corsera e ecoSe n’era già parlato più volte (ottobre 2017, agosto 2017maggio 2016giugno 2012, ecc.) e qualcuno ha posto domande al Comune. Così questi “fa sapere” al cronista che, siccome nel 1930 fecero l’errore di lasciar costruire l’abitazione del contadino che ci lavorava, adesso dobbiamo lasciarvi costruire un bel palazzo… ma ci si chiede: nel ’30, il Turismo, il valore del Patrimonio, l’Unesco, ecc. erano così importanti come adesso? E poi “fa sapere” che sono stati autorizzati da Comune, Parco dei Colli e Soprintendenza… chissà se i funzionari di questi tre Enti avrebbero superato un esame di Storia dell’alta città tenuto da Luigi Angelini, dal Mazzi, dal Ronchetti, dal Fornoni o da uno dei tanti studiosi viventi che negli anni hanno fatto ricerche, studi, pubblicazioni sull’argomento? Forse sarebbe stato opportuno chiedere anche, e sarebbe stato più interessante sapere, il loro parere!
Stranamente poi si viene a sapere, leggendo certi articoli, che i nostri amministratori, quando viene loro presentata una nuova proposta di cui non si può negare l’assoluto buon senso, loro l’avevano già pensata e stavano studiando la soluzione… siamo proprio in una botte di ferro!