Il Podestà a Bergamo. Come governava Venezia

da  Cancelleria pretoria 1438-1805 – Biblioteca A.Mai

I primi rettori vengono inviati a Bergamo nel 1427, in seguito l’atto di dedizione a Venezia. La Serenissima conferisce loro un mandato ufficiale della durata di un anno, prolungato però di fatto a sedici mesi. Il podestà o pretore deve condurre con sè e stipendiare una curia o corte pretoria composta da tre assessori o curiali, tra i quali il vicario pretorio – che lo sostituisce, all’occorrenza, nelle cause minori – e il giudice alla ragione e dazi hanno giurisdizione ordinaria nelle cause civili, mentre il giudice al maleficio presiede a quelle criminali. Essi devono essere dottori in legge e recare con sè il “Corpus iuris civilis” glossato, segno della volontà di affiancare una preparazione romanistica alla formazione veneta dei rettori. Alla competenza giuridica il podestà unisce quella amministrativa, che prevede compiti come la soprintendenza sulle acque e la sanità, il rifornimento di cereali per la città, la determinazione del calmiere della farina e del pane ecc.
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A Venezia dicevano di noi…

I Rettori della città inviati da Venezia a governare Bergamo :

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Podestà Pietro Sanudo : 23 maggio 1549
“…. molto popolata ma piena di povertà”.

Capitano Francesco Bernardo : 5 novembre 1553
“Dirò altre poche cose della città. La quale è la maggior parte posta in monte, ma in sitto molto ameno che discopre tutta la Lombardia, ha di fora di molti et belli giardini. Vi è molta nobiltà, conti, cavalieri assai et gran numero de dottori et de altri gentilhomini: non sono già di molta ricchezza. Non fanno mercantia né la vogliono sentire, ma viveno parcamente. Il populo universalmente cerca de viver con le sue fatiche et ognuno se ne sta contento nel suo stato, di sorte che non solamente è la più quiete di tutte le .altre di Vostre Illustrissime Signorie, ma credo d’ogni altra d’ittaliana qual esser si voglia”.

Capitano Giulio Gabriel : 20 ottobre 1567
“Trovai quella città quietissima et sopra il tuto che si mostrava devotissima di questo felice Dominio, ne la qual  tranquillità et quiete per pochi mesi vi restò, essendo stata per molti accidenti inquietata, de li quali il primo fu la rissa tra li conti Brembati et il conte Francesco Albana e Il secondo la costruzione delle nuova mura che è stata la ruina di molte case: però Bergamo ha da esser la più bella et più forte città.” Continua a leggere