MUSEO DELLE STORIE DI BERGAMO

Un’intitolazione a dir poco “accattivante”. Si legge così sul calendario 2018 della neonata struttura museale cittadina:

calendario 2018 museo storieIl 20 settembre 1917 nasceva nella nostra città il Museo dal Risorgimento. In occasione dei 100 anni dalla sua istituzione il Museo storico, gestito dal 2002 dalla Fondazione Bergamo nella Storia, rinnova la propria immagine: nasce così il Museo delle storie di Bergamo, la rete dei musei storici della città.
Sei luoghi, ognuno rappresentato da un’icona e da un colore caratteristico, ma tutti raccolti entro un’unica immagine che dà il senso immediato dei Museo diffuso (veramente ?). Ciascuno ha una propria identità, ma è raccordato da un progetto unitario e organico (e come?), quello d narrare l’intera storia di Bergamo (addirittura!) (dall’epoca romano al XX secolo attraverso le sue storie). Il Convento di San Francesco – medioevo (!!), il Campanone – simbolo della città (!!) , il Palazzo del Podestà – periodo romano e rinascimento (!!), la Rocca –risorgimento (!!), Torre dei Caduti – per la vista (??), Museo Donizettiano – personaggio bergamasco (!).

Il trionfo delle PAROLE! Se volessimo veramente creare un Museo diffuso (ottima idea), in Città Alta, soprattutto, vi sarebbero decine di luoghi da sistemare e segnalare (cominciando p.es. dalla fontana in Piazza Mercato delle Scarpe da anni in abbandono o l’entrata della cisterna di S.Alessandro, ecc.).
Ma vogliamo ricordare che la passione dei Bergamaschi per la loro storia ha lontane origini?
Nel 1561 forse prima in Italia, nasce a Bergamo la “raccolta di anticaglie” che diventerà poi il Museo Archeologico. Nel 1743, mentre inizia la costruzione della chiesa di S.Michele dell’Arco, parte il progetto per il Museo Archeologico che avrà la sua prima sede, nel 1770, nell’edificio, l’attuale Ateneo, costruito sopra il Fontanone di Piazza Mercato del Pesce. E nel (lontano) 1871 si costituisce il Museo di Scienze Naturali Enrico Caffi, che sarà presto trasferito nell’attuale sede della biblioteca A.Mai e aperto al pubblico nel 1918.
Vogliamo dircelo? La situazione museale a Bergamo è oggi, a dir poco, disastrosa: manca un Museo (o un filo conduttore tra musei) che racconti TUTTA la storia del nostro territorio (dallo sviluppo geologico dal Giurassico) e dei suoi abitanti (dagli animali dell’archeologico – 200 milioni di anni fa – e dagli Orobii) in TUTTI i vari periodi storici comprese invasioni, guerre, faide, epidemie e carestie che li hanno coinvolti!

Unesco, anch’io blatero, ergo sum

difficile dire se vale la pena occupare spazio su un blog, fatto per comuni mortali amanti della storia, per certi “eccelsi”  pensieri e “fini” argomentazioni atti a dimostrare che l’Unesco è dannoso.
Di annoiati intellettuali o radical-chic che girano per il mondo notando le gambe pelose dei turisti e che sono schifati se qualche laotiano si guadagna il pane quotidiano vendendo collanine, potremmo farne a meno. Ma il soggetto s’è presa la briga di studiare l’elenco dei “numeri” dell’Unesco e allora dobbiamo notare che : 1) ha dimenticato che la Lombardia è la regione italiana con più siti tutelati (9); 2) che non ha segnato il numero e la provenienza dei componenti la Commissione esaminatrice, che sono in continuo aumento mentre si riduce notevolmente la percentuale di quelli europei; 3) che le normative Unesco evolvono continuamente e che proprio quelle prevedono sì la conservazione ma anche che siano inserite in un tessuto culturale vitale (magari con cucina thay per far contento il nostro).
E poi vorremmo invitarlo a stare sereno anche perché i siti, che vincendo questo “concorso di bellezza storica”, entrano nella lista, sono pur sempre infinitamente pochi rispetto alle meraviglie di questa terra… Certo se ne parla molto e questo attira l’attenzione di quelli che non possono tacere su di un argomento molto discusso perché “anch’io blatero ergo sum” e più strambo e contorto dico e più attiro attenzione…
Comunque, se a Lisbona si trova imbalsamato, può fare un giro a Baku… e se le Olimpiadi in Grecia son state un disastro, avrebbe dovuto esserci a Pechino (però lì quelli “troppo avanti” hanno qualche problemino in più che qua)… Notevole è poi il ringraziamento alla dea fortuna che non ci fosse l’Unesco ai tempi di Roma perché altrimenti,chissà, i Visigoti si sarebbero trovati impacciati… e poi …e poi la la preoccupazione su che razza di museo sarà tra mille anni… e allora dovremmo dirgli che, ISIS, Talebani e moderni vandali permettendo, non saranno problemi suoi di certo… e neppure nostri di comuni mortali che viviamo oggi e che vediamo invece in quel tentativo una sorta di lotta contro il degrado della qualità della vita cui siamo purtroppo costretti ad assistere ogni giorno…
ma intanto, su.. da bravo…, qualche giro in Città Alta in più e qualche whisky in meno, che fa male alla salute…