Forte San Marco e Fortino San Domenico

forte-san-marco.bergamo-scomparsaLa parte delle mura cinquecentesche tra porta Sant’Alessandro e porta San Lorenzo costituisce quello che viene detto “Forte di San Marco” ed è sicuramente frutto di lavori grandiosi particolarmente attenti a contenere un eventuale assalto dalla parte del colle di San Vigilio.
Il profilo schematico che presentiamo mostra come la porzione che guarda verso il colle si configuri come la più tormentata della cerchia, quasi del tutto priva delle cortine, che altrove dividono un baluardo dall’altro. Tre baluardi – San Gottardo, San Vigilio e Pallavicino – sono posti in immediata successione. La soluzione risolveva il duplice problema dell’adattamento alla conformazione orografica e della necessità di difesa da ipotetici tiri provenienti dalla “cappella”.
La struttura muraria appare possente ed omogenea lungo il fianco del baluardo San Gottardo, più minuta ma sempre ben solida lungo il tracciato della funicolare.
Interessante lungo il baluardo San Vigilio una torretta di guardia, l’unica garitta ancora esistente delle trentadueche un tempo si alternavano ad intervalli regolari lungo tutto il percorso delle mura.
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Il colle di San Vigilio

san-vigilio,Fin dalle epoche più remote, la cinta fortificata cittadina escluse il colle di San Vigilio. Includerlo avrebbe comportato la costruzione di una cerchia amplissima ragionevolmente irrealizzabile. La parte delle mura ad esso sottostante, nella zona che è sede attuale del Seminario, per ragioni di carattere orografico risultava particolarmente vulnerabile. Aprirvi una breccia era più facile che altrove. Il colle aveva quindi assoluta rilevanza come postazione di avvistamento data la sua altitudine (m.495) e l’ampiezza della visuale, ma anche importanza strategica, perché la sua conquista apriva al nemico l’accesso alla città. Documentata attraverso questa via, come abbiamo già visto, la distruzione di Bergamo nel IX secolo.
La fortificazione dovette essere oggetto di cure particolarmente vigili fin dall’età precedente all’occupazione romana. In età altomedioevale fu nota con il nome di “castellum”, ma anche con quello di “capella” data la presenza di una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena. Successivamente questo secondo termine prevalse nella documentazione e l’edificio divenne elemento iconografico dominante nella rappresentazione della città. Chiaramente visibile nel disegno già citato e conservato presso la Biblioteca di Mantova. Continua a leggere