Le quattro porte storiche, che ripetono gli allineamenti sui quattro lati della città antica fin dall’epoca romana, nacquero per il traffico quotidiano con i borghi e il territorio e tali sono
La quinta doveva restare nascosta, da usare esclusivamente in circostanze d’emergenza per la fortezza: un luogo da agguati e sortite. La porta del Soccorso.
Se si chiede in giro dove si trovi, quasi tutti rispondono di non saperlo. Segno che anche dopo tanto tempo l’obiettivo iniziale dei costruttori si è mantenuto. Per arrivare alla porta del Soccorso è necessario raggiungere uno dei luoghi più remoti dell’alta città. Da via Cavagnis, che sale al colle di San Vigilio, si imbocca la via Sotto le mura di Sant’Alessandro: un viottolo, dominato dalla muraglia che qui si presenta quanto mai compatta e inaccessibile (il Baluardo di Castagneta è oggi l’unica parte delle Mura che il cittadino possa “toccare con mano” senza invadere proprietà private). Dimensioni a parte, le porta potrebbe sfuggire all’attenzione perché non presenta nessun elemento che la distingua.
All’importante ruolo che questo settore doveva svolgere per la difesa della città si aggiungeva una costruzione di cui oggi non resta traccia. Era una doppia cortina di mura, una specie di corridoio a cielo aperto ma ben protetto che collegava il forte di San Marco al castello. In questo modo il presidio sul colle avrebbe potuto ricevere aiuto ed essere rifornito di viveri e munizioni senza che il nemico potesse osservare quello che stava accadendo ed impedire il passaggio.
Delle poderose difese del castello, o Cappella, rimane ormai ben poco di visibile, tranne il solido impianto dei torrioni. Sul lato ora percorso dalla lunga scalinata che conduce alla sommità erano allineati gli edifici con gli alloggi dei soldati e i magazzini; c’era anche una polveriera del tutto simile alle altre due superstiti in via Beltrami e nella valletta a monte di porta San Lorenzo. Venne demolita assieme al grandioso portale del castello quando l’intero edificio fu acquistato da privati. Nella parte inferiore vennero costruite villette, la casa del comandante fu poi trasformata in caffè-ristorante e i camerieri servivano clienti ai tavolini allineati all’ombra del tigli sulla sommità. Una sessantina d’anni or sono questo settore del fortilizio con i sotterranei e il verde attorno fu acquistato dal Comune e da allora, pur tra peripezie varie, è aperto al pubblico.
Anche i francesi dopo il loro ingresso in Bergamo fecero ricorso allo «spending review» cedendo numerosi beni per fare cassa. Le campagne napoleoniche richiedevano ingenti finanziamenti e, venute meno le ragioni militari, furono vendute numerose parti della fortezza cittadina. Tra queste, oltre al castello, l’intero forte di San Marco (nel 1812 – Napoleone in Russia – per 829 lire) che da allora è di proprietà privata, compresa la porta del Soccorso e le interessantissime strutture sotterranee.
Gli austriaci stavano per dare il colpo di grazia a questo patrimonio quando nel gennaio del 1825 misero all’asta gli spazi dell’intero perimetro delle mura. Per buona fortuna l’operazione fu bloccata dal podestà di Bergamo Rocco Cedrelli il quale riuscì ad aggiudicarsi (la somma sborsata fu di 6.050 lire) tutte le aree, divenute poi la splendida passeggiata che è uno degli aspetti più affascinanti dell’antica città.
da “La quinta porta segreta delle Mura per la difesa del castello di S. Vigilio” di Pino Capellini – Eco di Bergamo – 10/12/2013
Vedi anche l’articolo “Forte San Marco e Fortino San Domenico”