Un territorio stremato dalle invasioni seguite da massacri e distruzioni: i Visigoti di Alarico (402), gli Unni (tartari, mongoli) di Attila (450), i Vandali e Alani di Genserico (457), “liberato” dal generale Ricimero, console romano di base a Mediolanum, che scaccia gli Alani (470) ma subito occupato da Odoacre, re degli Eruli (474) e poi dagli Ostrogoti di Teodorico (490) fino alle devastazioni dei Borgognoni guidati da Gundobado (520) e poi ancora occupato dall’esercito bizantino di Belisario (538) e dopo la vittoria di Narsete su Totila, dai greci del duca Ottone (552). Quando arrivano i Longobardi (genti germaniche affini agli Svevi e ai Borgognoni) di re Alboino nel 569, preceduti da una nomea di violenza feroce, conquistano e saccheggiano una città praticamente già quasi distrutta e spopolata; i nobili (bizantini) e i benestanti si sono rifugiati sull’Isola Comacina e altri si sono dispersi nelle vallate. Mentre il grosso prosegue verso il Sud, al gruppo di famiglie, tra le quali molte di nobili, che resta a Bergomum non rimane che ricostruire “integrandosi” con i locali; la governano per 200 anni ma non saranno tutti anni di pace per via delle numerose faide e lotte di potere interne.
Ma anche a Bergamo resteranno però ampie tracce del loro passaggio nei nomi, nei cognomi, in Curtis Regia, Curtis Morgola, Curtis Lemine, ecc. ecc.
a Bergamo comandano i Longobardi
a Bergamo comandano i Longobardiultima modifica: 2018-06-10T18:38:24+02:00da
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