«Le porte di Città Alta splendide e fragili»

Da corpi di difesa a luoghi da difendere. Il Tir «incastrato» ripropone il nodo dei passaggi antichi. L’architetto Labaa: «Dobbiamo usare questi luoghi con limiti sostenibili. La storia non si sfrutta, va salvaguardata».

200 porta S Agostino.JPGDa corpi di difesa, a porte da difendere. Resistente al passaggio della storia e dei cannoni di Napoleone nel 1797, Porta Sant’Agostino rischia di sgretolarsi ai tempi della motorizzazione, armata di Tir e betoniere. «Le porte d’accesso delle Mura venete oggi sono un ostacolo urbanistico. Negli anni Sessanta l’architetto Sandro Angelini rappresentò Porta Sant’Agostino ostruita da un imbuto. In quello scherzoso disegno si ritraeva la verità: chi entra ed esce da quel varco si addentra in un imbuto», racconta Gian Maria Labaa, urbanista e architetto, interpellato a seguito dell’episodio dell’autotreno rimasto bloccato, l’altro ieri, nel varco storico. Analizzato il problema, la risposta è disarmante: «Le strutture fortificate e antiche vengono usate e tartassate, in maniera indecente. Ora parliamo di Porta Sant’Agostino, dove il fornice di ingresso è abbastanza ampio, ma nelle porte medievali di Città Alta, come quella del Pantano inferiore in Cittadella, almeno una volta a settimana si incastra qualche mezzo. Oggi c’è un rapporto di fuori scala tra i veicoli usati in passaggi storici, per non parlare di strade e vicoli».
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Assurdo cantiere a ridosso delle MURA

cantiere mura.jpgBei tempi quelli in cui via Tre Armi era la strada degli orti. Uno spettacolo  di  cavolfiori,  scarola  e zucchine, proprio a ridosso delle Mura venete, che faceva tanto Toscana. E che lo spettacolo fosse finito lo si sapeva da un pezzo: i contadini in città sono ormai una specie in via d’estinzione e sull’arteria che porta in via Sant’Alessandro alta si affacciano solo ville e giardini; negli ultimi tempi però alcuni cantieri privati hanno stravolto anche il verde rimasto: tutto sottosopra, anche se sulla carta solo temporaneamente.
Federconsumatori ha puntato il dito sui lavori che si incontrano nelle immediate vicinanze di Porta San Giacomo e che, ironia della sorte, parlano proprio di valorizzazione e recupero degli orti. «In via Tre Armi, sotto gli spalti delle Mura venete fa brutta mostra di sé un cantiere, aperto nel marzo 2010 e da mesi deserto. Ciò che non si sa è perché questo possa accadere  impunemente e se l’amministrazione  comunale, che rilascia le licenze a costruire, ha strumenti utili per evitare il verificarsi di situazioni del genere». Molto interessante… Continua a leggere

1° Agosto 1561, Costruiamo le MURA

Mettiamoci un momento nei panni del generale veneziano Sforza Pallavicino (e del nostro architetto Paolo Berlendis) cui nel 1561 vien dato l’ordine di costruire questo immane “ombrello” che avrebbe dovuto definitivamente proteggere lo Stato (per Bergamo era solo la testa della città) da tutti i possibili futuri “temporali”. L’impresa non si doveva per niente presentare come facile; in più, allora come adesso, si richiedeva che i costi fossero contenuti… e, allora come adesso, infatti i preventivi furono ampiamente disattesi. Come faremmo oggi, si decise allora perciò di procedere per gradi; con l’obiettivo primario di allargare l’area difesa prima dalle mura medioevali ma tenendo conto della loro presenza, si cominciò a rinforzare quello che sembrava il lato più vulnerabile, quello nord-occidentale, con la costruzione del Forte san Marco e poi via via il resto del perimetro, inserendo nel progetto quelle idee che man mano venivano affermandosi. Non era stato certo previsto che sarebbero serviti 27 anni per arrivare a posare le ultime pietre, quelle che nel 1588 giuntarono il baluardo della Fara con la sua cortina chiudendo così la cinta. Ma non solo, rifiniture, rinforzi, modifiche procedettero poi per almeno altri venti anni. L’attuale porta San lorenzo porta la data 1627 e nella relazione del Capitano Giovanni da Lezze del 1596 non compaiono ancora, ad esempio, le sortite del Baluardo San Giovanni e della spalla est del Baluardo San Michele, che noi oggi possiamo percorrere e visitare. Ma se noi oggi, per il nostro virtuale progetto, volessimo dare una sbirciatina a come procedettero allora, ecco qui, tratte dal testo “Le Mura di Bergamo” del 1977, come si presentava la costruzione nel 1565 e poi nel 1585. E per cominciare, dal 1° agosto al 1° settembre (data della posa della prima pietra), si cominciò ad abbattere oltre 230 case e la Cattedrale di S.Alessandro…

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Leggi qui di seguito un bel articolo dell’Arch. GM Labaa che tratteggia anno per anno la costruzione della “Città Fortezza“… e senza dimenticare che nel frattempo avvenivano guerre (Famagosta cade nel 1571) e quindi scarsità di fondi , carestie per inverni gelidi (1564) e, pur brevi, pesti (1576).
perimetro - costruzione