Con questo spirito, un appassionato della storia della nostra città, ci ha scritto: “ERA ORA…”



Si moltiplicano, fortunatamente, in città le iniziative per spingere i cittadini ad approfondire la conoscenza delle “opere di difesa veneziane” (che non sono solo le Mura… conosciute anche quelle magari solo per avervi passeggiato da fidanzatini)… e sarebbe anche ora che, tra le sessanta domande d’esame per guida turistica relative a tutte le bellezze di Bergamo e provincia, ce ne fossero di riguardanti quel nostro monumento ritenuto ora unico di importanza mondiale (dando per scontato che gli esaminatori siano sufficientemente preparati sull’argomento dato che l’architettura militare non è materia di studio molto comune)!! ..e ricordando anche che la proprietà è del Demanio, avendone la nostra lungimirante amministrazione rifiutata la gratuita cessione.
..e sulle “opere di difesa” si trova anche il nostro caro Giopì..
Era il 20 settembre 1887 (esattamente 130 anni fa) quando venne inaugurata la prima “Funicolare” di Bergamo. Il promotore, l’ideatore nonché costruttore dell’avveniristico collegamento era stato l’Ing. Ferretti, resosi negli anni esperto di questi tipi di collegamento in tutta Italia; gli 85 metri di dislivello (stazione inferiore a 271 e superiore a 356 metri s.l.m.), con una pendenza massima del 52%, venivano resi superabili in tre minuti senza difficoltà e la città di Bergamo, divenuta ormai Città Alta, si riuniva alla parte bassa, prima borghi ma ora Città dopo che il Comune vi si era trasferito nel 1873. In una mostra, l’omaggio a quel pioniere dei trasporti su rotaia.
Il “Fortino San Domenico” è un’opera di difesa avanzata a protezione del retrostante baluardo San Giacomo terminata nel 1585 (come da lapide sul lato nord). Per realizzarla fu necessario demolire il convento di Santo Stefano e San Domenico in cui si conservavano le spoglie di Pinamonte da Brembate e la grande pala Martinengo di Lorenzo Lotto (ora in San Bartolomeo); un convento, prestigiosissimo e ampiamente partecipe della vita cittadina. Il “fortino” veniva giudicato scarsamente difendibile fin dal momento della sua realizzazione, ma, scriveva il capitano Giovanni da Lezze nel 1596, se esso fosse stato occupato dal nemico, “si potrebbe far saltare la mina ritrovandosi in detta piazza un vacuo profondo come di cisterna secreta formata de sassi e coperta con un volto di muro che sarebbe la morte di quelli che vi si ritrovassero sopra”.
Oggi, alla luce del suo riconoscimento Unesco come facente parte delle “opere di difesa veneziane”, si potrebbe definire la sua situazione “scandalosa”…
E’ ovviamente più volte citato nella presentazione del “bene” depositata all’Unesco e ben identificato nella mappa dell’area locale riguardante “The Venetian Works of Defence” ma, come si può leggere anche nei precedenti altri articoli correlati (Il Fortino di San Domenico e Forte San Marco e forte San Domenico) non solo è ora diventato irriconoscibile (le possenti mura si possono vedere solo percorrendo il vicolo San Carlo) ma si trova tuttora catalogato nelle “Schede dell’Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici” di Bergamo, col numero 131, solo come “Giardino in via Sant’Alessandro, 71” !!!
Sono molte ormai le città, italiane e europee, da cui Bergamo avrebbe qualcosa da imparare… e sull’argomento principale (le fortificazioni storiche) non solo Vicenza ma anche Padova, Verona, Cittadella, Lucca, ecc. ecc. che hanno istituito Uffici e cariche ad hoc per la loro conservazione e valorizzazione. Anche recentemente erano state presentate in Consiglio Comunale delle proposte, regolarmente bocciate, per affrontare l’argomento, che coinvolge ora diversi assessorati, in modo coordinato e unitario; è ora che, alla luce della nuova situazione, si rivedano alcune affrettate decisioni e si pensi a dare una prospettiva stabile futura ai nostri valori storici cittadini.
Ormai da tanti anni, senza fondi e senza tanto clamore, diverse Associazioni si preoccupano di far conservare, far conoscere e valorizzare il nostro più grande monumento, grazie al solo quale Bergamo è iscritta nell’elenco dell’Unesco. Soprattutto ad esse deve essere espresso il ringraziamento di tutta la cittadinanza…
..se le Mura sono, e saranno sempre più, conosciute nel mondo!
MAGNIFICO… degli “archistar” potranno vantare delle costruzioni sul sito Unesco “Venetian Works of Defence between the 16th and 17th Centuries: Stato da Terra – Western Stato da Mar” visto che la “lunetta” prospiciente la “Cortina di S.Giacomo” ne fa parte integrante!!! Con buona pace della “zona di rispetto” citata nel “dossier Unesco”.
Su quella “lunetta”, per secoli era stato possibile solo coltivare delle viti… fortunatamente in città il senso civico non è ancora del tutto defunto e si possono leggere anche buone notizie come quella del Colle Belfante anch’esso facente parte del “sistema difensivo” come “cavaliere” del Baluardo di San Michele (vedi relazione del Capitano Giovanni da Lezze – 1596).
Appaiono di tanto in tanto sui giornali degli opportuni articoli che ripercorrono la Storia del nostro più grande monumento, talvolta contenenti delle imprecisioni quando non errori veri e propri. Perché allora, stante la particolarità del momento vissuto dalle Mura, non pensare a una ristampa di quel volume, ormai introvabile, che resta l’opera “principe” dell’argomento?
Da non dimenticare che resta ancora scaricabile da questo stesso sito, l’altro importantissimo riferimento storico che è il “Giovanni da Lezze“.