Il furto del cranio di Donizetti

Il furto del cranio del Donizetti  – Eco di Bergamo 08/07/2014
Torna su L’Eco di Bergamo la fortunata serie de «Le storie dimenticate» alla scoperta di pagine del passato e vicende bergamasche sconosciute ai più. Iniziamo con il giallo della calotta cranica del Donizetti trafugata dopo l’autopsia alla quale era stata sottoposta la salma del musicista. Rubato da un medico del manicomio di Astino finì nella bottega di un pizzicagnolo a Nembro. Strano destino quello dei compositori illustri. Haydn, Mozart, Donizetti accomunati non solo dal fatto di aver firmato pagine memorabili sul pentagramma, ma di aver «perso» tutti e tre la testa. E non in senso figurato. Alla loro morte, infatti, vi fu chi pensò bene di trafugare il teschio dei musicisti.
Quella relativa al cranio di Donizetti è una vicenda romanzesca durata quasi trent’anni. Il cadavere del maestro, alla vigilia dei funerali, prima di essere tumulato nella Cappella della nobile famiglia Pezzoli nel cimitero di Valtesse a Bergamo, fu infatti sottoposta ad autopsia. In quella circostanza la calotta cranica venne segata per esaminare il peso e il volume del cervello, ma anche per conoscere le radici del male che aveva tormentato per anni il musicista bergamasco. Tra i medici presenti all’esame autoptico, durato circa tre ore, anche un medico «originale ed eccentrico», il dottor Gerolamo Carchen in servizio al manicomio di Astino, che fra l’altro non firmò il verbale della necroscopia e in un momento di distrazione dei suoi colleghi – una decina -riuscì a sottrarre la calotta. Nel 1875 i resti del musicista furono esumati per essere collocati assieme a quelli del suo maestro Simone Mayr nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Città Alta. E proprio in quella occasione si presentò il giallo della misteriosa scomparsa della scatola cranica. Le indagini portarono al fortunoso ritrovamento della calotta a Nembro presso un nipote erede del dottor Carchen.

Il furto del cranio di Donizettiultima modifica: 2014-07-08T00:37:42+02:00da amicimura1a
Reposta per primo quest’articolo