Guelfi e Ghibellini a Bergamo

stemma suardi.JPGAnche Bergamo, come tutti i Comuni dell’Italia centro settentrionale, fu sconvolta a partire dal XII secolo da sanguinose lotte intestine. Durante il conflitto tra Papato e Impero, protrattosi per più di un secolo, si erano formate e stabilizzate in ogni città due “partes”, fazioni contrapposte di aristocratici tese ad orientare l’azione politica del Comune a favore dell’uno o dell’altro dei due contendenti.
Guelfi erano coloro che appoggiavano il Papa, Ghibellini coloro che si dimostravano favorevoli all’Imperatore. Alle motivazioni originarie si erano poi sovrapposti infiniti altri fattori di carattere economico, politico, spesso parentale in un intreccio di accordi e di rancori che portavano ad un tasso elevatissimo di conflittualità.  
Abbiamo già rilevato come a Bergamo i Suardi fossero la famiglia preminente di parte ghibellina, i Rivola quella di parte guelfa. Essendo in genere le famiglie aristocratiche molto ramificate, poteva essere che all’interno della stessa famiglia si trovassero posizioni avverse. Non era raro inoltre il caso di famiglie che passavano dall’una all’altra parte con il mutare della situazione politica sia interna che esterna alla città.
Così i Colleoni, legati ai Suardi da vincoli di consorteria e di parentela, ma in alcune circostanze da loro separati a causa di un odio feroce, militarono talora in campo opposto. Così i Mozzo e i Lanzi, prevalentemente ghibellini, ma non sempre, i Bonghi, prevalentemente guelfi e molte altre famiglie cui è impossibile attribuire una collocazione politica duratura.
Coloro che non appartenevano a casati nobiliari, di per sé quindi estranei alle discordie tra parentele contrapposte, molto spesso ne erano coinvolti, alleandosi all’una o all’altra parte per motivi utilitaristici o clientelari. Vedremo più avanti come le rivendicazioni popolari trovassero appoggio nella parte dei Rivola.
I Suardi avevano la proprietà, per un certo periodo condivisa con i Colleoni, degli edifici sul lato ovest dell’attuale Piazza Vecchia, ceduti in seguito al Comune insieme alla torre gentilizia, ora Campanone. Possedevano inoltre gran parte delle case su entrambi i lati dell’attuale via Bartolomeo Colleoni.
Più o meno all’altezza dell’edificio detto “Casatia” al n° 17A un pontile, il “pons Suardorum”, sovrapassava la strada mettendo in comunicazione le loro dimore. Uno stemma di notevoli dimensioni con il leone rampante, oggi purtroppo molto difficilmente identificabile nella chiave d’arco della porta d’ingresso, ne conserva il ricordo. E’ inoltre visibile al numero 3 di via Colleoni uno stemma sul capitello di un cortile interno. Nella sala del ristorante San Michele, una figurazione che unisce lo stemma Suardi a quello dei Visconti milanesi ricorda una fastosa cerimonia di nozze di cui avremo occasione di riparlare. Non è invece in collocazione originaria lo stemma sullo scalone del Palazzo della Ragione, qui dislocato insieme ad altri dall’ex chiesa di Sant’Agostino.
Le case dei Colleoni si affacciavano sulla stessa via Colleoni. Di fronte alla chiesa di Sant’Agata, sulla chiave d’arco di un portone, c’è uno stemma trecentesco, da cui sono state scalpellate via le figurazioni che identificavano la famiglia. Ricordiamo che la presenza nello stemma colleonesco di tre elementi assimilabili a tre scroti ha dato origine alla leggenda del triorchidismo di Bartolomeo Colleoni, condottiero vissuto nel XV secolo. Secondo gli studiosi l’ipotesi è del tutto priva di fondamento e lo stemma trecentesco da noi considerato e analizzato dallo studioso Petrò ne è una prova. Lo stemma apparteneva alla famiglia già nei secoli precedenti alla nascita di Bartolomeo e si accompagnava anche ai nomi femminili.
Le proprietà Colleoni si addentravano inoltre nella vicinia di San Salvatore, occupando gli spazi dell’attuale Università e i luoghi all’intorno. Anche la casa oggi Trussardi fu fino al Settecento proprietà Colleoni.
Andreina Franco Loiri (BergamoSera 29-3-2013)

Guelfi e Ghibellini a Bergamoultima modifica: 2013-06-23T13:48:00+02:00da amicimura1a
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Un pensiero su “Guelfi e Ghibellini a Bergamo

  1. E’ una esposizione e molto interessante che merita di essere approfondita e ampliata.
    Io non ero a conoscenza e,quanto holetto, mi ha incuriosito notevolmentr.

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