Il Palazzo del Podestà racconta :

palazzo podestà esterno.jpgEra il 12 agosto del 1197 quando nel palazzo esercitava la giustizia un giudice e assessore del Comune di Bergamo, tale Talamacius. Oggi non sappiamo chi fosse, né che faccia avesse e neppure se fosse un uomo dabbene, se avesse una moglie e dei figli.  Ma in  quel tempo era una persona importante, un collaboratore del podestà di Bergamo, Belotto Bonseri. Il palazzo era messo a disposizione dai Suardi, era il palatium Suardorum, che da quella data divenne sede e residenza del podestà di Bergamo diventando «Hospitium domini Potestatis».  Il cuore  della  città.  L’«Hospitium» si trovava  in Città Alta, accanto al Campanone, dove oggi si apre Piazza Vecchia.


Dell’antico palazzo nei secoli si era persa l’esatta cognizione, quando si comprese che gli edifici attorno al Campanone rappresentavano proprio quello che restava del cuore della città medievale, del palazzo del Podestà, anzi, dell’Hospitium. Il compianto architetto Andrea Tosi fu il primo che intuì la vera natura degli edifici negli Anni Novanta e a proporne il restauro e il recupero. Cominciarono i lavori di restauro (e di scavo), e si decise che l’hospitium sarebbe diventato parte del museo della città. Nelle scorse settimane in una parte del palazzo restaurato è stato aperto il Museo del Cinquecento bergamasco.

palazzo podestà interno 2.jpgMa la conclusione e l’esito degli scavi archeologici ivi compiuti in questi anni, presentati tra gli altri da Luigi Malnati, direttore generale per le Antichità del ministero dei beni culturali e Valentina Aprea, assessore alla Cultura della Regione Lombardia portano anche indietro l’orologio della nascita della nostra città.
Raffella Poggiani Keller, soprintendente ai beni archeologici della Lombardia scrive : «Lo scavo ha portato alla luce la sequenza della città antica sotto la città moderna in tutta la sua complessità, dalle tracce del primo nucleo del decimo-nono secolo avanti Cristo, comparse qui per la prima volta, e del centro protourbano celtico del sesto-quinto secolo avanti Cristo, agli imponenti resti della città romana di età repubblicana, imperiale e tardo antica fino alle fasi dell’alto medioevo e alla fondazione della torre civica nel XII secolo. Qui gli studiosi ottocenteschi ubicavano il foro e qui, finalmente, le strutture emerse (interpretate dalla collega Maria Fortunati) sono pertinenti proprio al lato meridionale  del  foro  della  Bergomum romana (un lungo e massiccio muro di trenta metri, che presumibilmente si allunga ancora, lungo il quale si aprivano le tabernae – quattro  ambienti  che  hanno esattamente la struttura delle tabernae, delle botteghe romane -, e il basolato della strada e la soglia in maiolica di accesso all’area). Il sito diviene ora una tappa del percorso progettuale di valorizzazione della città antica attraverso la visita dei più significativi contesti scavati negli ultimi trent’anni».

Il Palazzo del Podestà racconta :ultima modifica: 2012-04-18T13:26:00+02:00da amicimura1a
Reposta per primo quest’articolo