Bergamo scomparsa… la fontana “fiascona”

fontana fiasconaDove è finita la Fontana Fiascona? Di questa storica testimonianza si era occupato L’Eco di Bergamo con una pagina dedicata a Le Storie dimenticate, ora è il consigliere comunale Alberto Ribolla a riproporre la domanda. L’esponente del Carroccio ha posto una interrogazione all’amministrazione comunale «per sapere se negli ultimi anni il Patrimonio abbia rinvenuto le tracce della fontana Fiascona e se non ritenga opportuno procedere affinché la fontana, seppur di proprietà privata, possa nuovamente essere visibile, con le modalità ritenute più opportune, ai cittadini bergamaschi».
Ribolla ricorda che «la fontana Fiascona era parte del patrimonio storico, popolare e culturale della nostra città; era una fontana dalle forme sinuose, assai apprezzata dai bergamaschi nei secoli passati; un passato, sin dal cinquecento, fatto di traslochi, nuove collocazioni e demolizioni». «Già nel 1535 la fontana Fiascona si trovava in mezzo al grande cortile del vecchio ospedale di San Marco, ove ora si erge il Palazzo della Libertà. Continua a leggere

con la primavera si riaprono al pubblico le cannoniere.. e non solo

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cannoniere,torre-gombito,fontana-lantroe riapre anche il Castello di Malpaga con iniziative e appuntamenti da non perdere, per unire storia e divertimento. Tutte le domeniche pomeriggio e i festivi, per gli amanti dell’arte e della storia, il castello sarà aperto con visite guidate alle sale e ai numerosi affreschi presenti all’interno e all’esterno della corte, una testimonianza degli usi e dei costumi dell’epoca.
Per maggiori informazioni: www.castellomalpaga.it.

Bergamo scomparsa : le fontane viciniali

fons.jpgNel Medioevo, Comune e vicinie collaboravano nel mantenere salubre la cosiddetta acqua pubblica. Nei primi anni del Trecento il Comune provvedeva a fornire la fonte del Vasine di quattro verricelli con secchi di rame vietando l’utilizzo di altri recipienti. Ordinava che le cancellata fosse chiusa di notte e dava rigorose prescrizioni sulla distanza che si doveva mantenere per lavare i panni o per svolgere attività perniciose alla salubrità dell’acqua. Supponiamo che gli stessi provvedimenti siano stati estesi alle fontane viciniali.
La fontana era considerata un bene inalienabile dei vicini. Quando nel 1263 il numero delle vicinie fu aumentato e la vicinia di Sant’Alessandro in Colonna fu separata da quella di San Leonardo si stabilì che la fontana viciniale restasse in comune. “Fontana quae est in platea de Incrosatis” cita il documento. La piazza della chiesa dei Crociferi, cioè di San Leonardo. La fontana appare nella pianta del Macheri, proprio là dove oggi è la fontana recentemente ricostruita e oggetto di disaccordi nella sua nuova forma. Lo stesso provvedimento fu attuato per le vicinie di Santa Grata intervites e di Canale.
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Città Alta: la fontana di S.Agata “scomparsa”

santagat.jpgMi è capitato di trovare, sul sito del comune di Bergamo, una ricerca sulle fontane di Città Alta…e ciò mi ha fatto riflettere, ripensando alla mia giovinezza. Sono nato proprio in Città Alta nel lontano 1950 e ci ho abitato per circa trent’anni. Ricordo che noi bambini, d’estate, ci fermavamo volentieri a bere l’acqua freschissima delle numerose fontanelle e conoscevamo l’ubicazione di tutte! In particolare, abitando in via Salvecchio, mi recavo spesso a quella (detta di S. Agata) in fondo alla via, sotto ad un arco chiuso e di fianco al panettiere.
Ogni tanto mi piace ritornare in Città Alta, specialmente d’estate e qui ho trovato la sorpresa: quella fontanella non c’è più! Anzi, sarebbe meglio dire che materialmente non c’è più, ma ufficialmente esiste ancora nella succitata ricerca del comune (con tanto di foto).
Al suo posto sembra esserci (dico sembra perché non ho ben capito cosa sia) un esercizio commerciale che sfrutta probabilmente lo spazio dell’antica cisterna che era dietro…ma della fontana nessuna traccia!!!
Possibile che l’ufficio tecnico del comune abbia dato il permesso di eliminarla? E possibile che nessuno se ne sia accorto? Città Alta è molto cambiata e leggo spesso le polemiche che riguardano il come conservarla…ma accettare questi “colpi di mano” non mi sembra certo il modo migliore.
LETTERA FIRMATA

Via al restauro della fontana di Sant’Agostino

L’obiettivo è ambizioso. Riportare all’antico splendore il complesso monumentale della Fontana di Sant’Agostino. La Fondazione Credito Bergamasco punta a restituire alla cittadinanza un’opera unica per i suoi caratteri irripetibili di pregio.
I lavori di restauro prendono il via nei prossimi giorni e vedono lo storico istituto bancario e la sua Fondazione di nuovo a fianco della città di Bergamo nell’azione di tutela e di recupero del patrimonio artistico e architettonico come parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. Grazie ad un intervento di restauro conservativo ed estetico, voluto e finanziato dalla Fondazione Credito Bergamasco, l’opera monumentale – costruita, insieme alla relativa cisterna, nel 1575 dal capitano Marcantonio Memo e dal prefetto Francesco Longo – sarà completamente recuperata e, finalmente, l’acqua tornerà a sgorgare.
A distanza di ormai vent’anni dal precedente restauro – visto l’attuale stato di degrado – la fontana di Sant’Agostino sarà oggetto di un complesso intervento. Le “condizioni di salute” della fontana non sono incoraggianti; l’azione di recupero sarà dunque rivolta a consolidarne l’integrità rispettando le caratteristiche architettoniche e stilistiche del manufatto.
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Le acque della Fortezza

Inutile ricordare quanto sia fondamentale per ogni fortezza, così come per ogni insediamento di esseri viventi, l’approvvigionamento di acqua. La situazione della città dopo la costruzione delle MURA è descritta nella segreta relazione del Capitano Giovanni da Lezze al Senato della Serenisima del 1596 :acquedotti antichi.JPG“L’acque che serveno alla fortezza di Bergomo et anco al resto della città sono molte et condotte in diversi modi perciochè parte ne vengono da doi aquedutti, uno de quali viene alla radice del monte di San Vilio et vien alla chiesa di S.to Gotardo et poi dentro la fortezza, il qual si divide in diverse parti facendo diverse fontane, sì nella fortezza istessa come nel resto della città.  L’altro vien dalla Bastia passando per la contrada di Castegnita; vien dentro la fortezza et poi parimente si divide in diverse parti formando fontane et conserve nella detta fortezza et più di fuori nel resto della detta città. Queste acque sono quasi il maggior sforzo dell’acque che servono ad essa fortezza, ma tutte ponno esser levate in due hore senza potergli far contradictione alcuna, ogni volta che li fusse un campo atorno per assediarla o per haverla in altro modo (che Iddio mai lo voglia!) et il primo effetto che fosse fatto da nemici, sarebbe il privar detta fortezza di esse acque.
Ritrovansi poi in essa fortezza tre fontane causate da acque nascenti in essa: la prima chiamata il Vacine appresso la Piazza Nova sotto il convento de rev.di frati Carmelitani; la seconda chiamata la Boccola un poco più a basso verso la chiesia di S.to Lorenzo; la terza appresso detta chiesa di S.to Lorenzo chiamata l’Antro; queste sono sicure et non ne può esser priva la fortezza in alcun modo.
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