Weekend di festa in Città Alta

palio città alta.jpgIl Palio di Città Alta sta arrivando. Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 giugno, il borgo antico si animerà con giochi, musica, teatro, echi del passato: tutto in una grande festa. L’iniziativa è riproposta, per la terza edizione, dalla parrocchia di S. Alessandro e dal comitato organizzatore. Ha il contributo e il patrocinio di Comune (assessorato alla Cultura) e Circoscrizione 3; il sostegno e la collaborazione di numerosi soggetti, tra cui i commercianti di Città Alta. Continua a leggere

Il “gruppo d’impegno” di Città Alta

Nasce a cavallo tra il ’69 e il 70 come “Gruppo giovanile d’impegno per i problemi di Città Alta”. La molla è quella dello spontaneismo politico sessantottesco, ma sono attivi anche giovani di partito: dal comunista Cuni al democristiano Mandelli, alla socialista Silvana Taccino. Ci sono, in prima linea, gli indipendenti Giovanni Carullo e Nino Gandini. I partiti divengono subito diffidenti: il “Gruppo” non .è controllabile. Nell’estate del 71, Mandelli se ne va, la DC si dissocia; e poco dopo viene ritirato anche il comunista Coni. Il PCI di Bergamo non vuole che il “Gruppo” appaia soltanto come iniziativa “rossa”; e del resto non intende prender di petto la DC, partito dominante in provincia cattolica. Si prevede, inoltre, che i pochi rimasti finiranno per disperdersi.
Ma non è così. Cade il “giovanile”, e resta un “Gruppo d’impegno per i problemi di Città Alta”, con Carullo e Gandini, gli indipendenti che non disarmano, appoggiati ancora da qualche giovane socialista, la Tacchio e Giuliano Mazzoleni. Lo spontaneismo non muore. Alleato alla sezione bergamasca di “Italia Nostra”, il gruppo diventa presto portavoce di Città Alta, di fatto l’unico interlocutore attivo — e polemico, naturalmente — dell’amministrazione comunale. E, per la prima volta, in molti anni di prudenza, i problemi di Città Alta, anche quelli minuti come gli ippocastani in pericolo a Colle Aperto, diventano materia di polemiche e scontri che colpiscono i bergamaschi. Si studia e si fanno campagne di protesta.
Dal “Gruppo d’impegno” parte, in collaborazione con “Italia Nostra”, un’indagine sulle abitazioni dei ceti popolari, mentre Città Alta va verso la trasformazione terziaria, l’insediamento di lusso, l’invecchiamento della popolazione. Escono dal ciclostile 600 schede (quattro pagine fitte di domande), e la gente risponde, partecipa. A maggio del 72, per citare un caso, quelli del gruppo scendono in campo, con una manifestazione nel Palazzo della Ragione, per denunciare la lenta fine del Teatro Sociale, da anni in stato di abbandono. Continua a leggere