La Bergamo di D’Annunzio

Bg alta da Maresana 1.jpgBergamo, la città geniale in sapienza e in prodezza in meditazione e in azione, solitaria e raccolta sul colle intorno al suo vecchio Palagio ove lo spirito del libero Comune dorme nel silenzio dei libri immemore di discordie e di tumulti, operosa e giovanile al piano, sonante di industrie ordinate, protesa alle conquiste più nuove, fatta sempre più capace a contenere e a versare la ricchezza di quelle immense cornucopie che sono le due valli; il popolo che in ogni tempo conciliò con la forza delle opere e la disciplina del pensiero, ed ebbe in Bartolomeo Colleoni invitto un protettore di poeti, in Francesco Nullo cavaliere di libertà un inventore di pratici ordegni, e impresse alle forme dell’arte una appassionata eleganza dagli intagli del Fantoni alle melodie del Donizetti, e scrutò i più profondi tesori del linguaggio, dal vetustissimo Mosè del Brolo ad Angelo Mai; Bergamo tenace nel custodire tutto il passato, audace nel percorrere tutto l’avvenire, così come serbò alla Serenissima la fede più sicura e impetuosamente accrebbe di tanto il suo gentil sangue la schiera dei Mille, così già oggi si prepara a vedere le novissime ali, foggiate con la sua tela più robusta, roteare intorno alla Torre di Gombito, eretta nel quadrivio sacro alle Feste agrarie.

Dalla trama di un discorso: “Per il dominio dei cieli”, 1910
(Autografo nella Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo)

La Bergamo di D’Annunzioultima modifica: 2012-07-12T23:05:00+02:00da amicimura1a
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